Il termine neurolettico (o antipsicotico) indica una famiglia di psicofarmaci utilizzati principalmente per il trattamento delle psicosi anche in fase acuta, della schizofrenia, della fase maniacale del disturbo bipolare, del disturbo borderline di personalità, degli stati di agitazione e in alcuni casi, in aggiunta ad un farmaco antidepressivo, del disturbo depressivo e disturbo ossessivo-compulsivo. Vengono anche definiti sedativi maggiori (in contrapposizione alle benzodiazepine dette tranquillanti minori).
Sono storicamente raggruppati in due differenti classi in base al loro meccanismo di azione: quelli di prima generazione e quelli di seconda generazione, i quali presentano generalmente un miglior profilo di effetti collaterali e sono perciò più comunemente prescritti. Negli ultimi anni, una nuova classe di composti definiti antipsicotici di terza generazione, caratterizzati da una farmacologia più complessa, sono entrati nella pratica clinica anche se efficacia e tollerabilità sono ancora in fase di studio.[1][2]