L'Ordine degli Assassini (in persiano: Ḥashashiyan; in arabo: Ḥashīshiyya o Ḥashīshiyyīn, al singolare Ḥashīshī ) fu una setta iniziatica, riservata agli elementi di sesso maschile, di tipo religioso-militare e di credo ismailita, nata agli inizi dell'XI secolo fra i Nizariti della Siria, del Cairo e del Vicino Oriente. Il gruppo fu fondato dal popolare leader ismailita Ḥasan-i Ṣabbāḥ (quinto decennio dell'XI sec.-1124) e fu attivo in Persia e Siria fra il 1090 e il 1275.
A seguito di una scissione interna al movimento ismailita nell'XI secolo, il Gran Maestro persiano Ḥasan-i Ṣabbāḥ formò una setta militare e religiosa, che trovò rifugio dapprima nelle alture della Persia, e poi in Siria. Il quartier generale rimase sempre nell'ex fortezza sciita zaydita di Alamūt, a nord dell'Iran. Per i suoi adepti fu scelto il nome di Asāsiyyūn (in arabo أساسيون?), "Fondamentalisti", che rinviava direttamente alla figura del fondatore e capo della setta[1], che mirava a sottolineare la loro presunta ortodossia islamica (lett. "persone fedeli ai fondamenti [della fede]); in realtà era permeata di una forma di misticismo a carattere esoterico batinita, (in arabo باطني?) tipico delle strutture rigidamente iniziatiche. Marco Polo come tanti gli altri esploratori stranieri, associò il termine all'uso dell'hashish fra i membri del gruppo.
Ḥasan-i Ṣabbāḥ selezionò un élite di accoliti che fu impegnata in forme violente di attivismo contro i Crociati e le autorità sunnite dell'Impero selgiuchide, eliminando nell'arco di tre secoli due califfi e molti visir, sultani e leader dello scudo templare. I Nizari acquisirono fama e timore presso i popoli confinanti, reclutando giovani fidāʾiyyīn che, pur essendo l'ultimo gradino e la base della società iniziatica, mantennero un legame diretto e un'intimità personale col vertice, erano addestrati a mimetizzarsi fra i nemici e a compiere attentati eclatanti in luoghi pubblici e affollati. La maggioranza del mondo islamico sconfessò la setta[2], che pure ottenne largo seguito all'interno della comunità ismailita.
La loro fama giunse all'orecchio dei Crociati. Furono oggetto anche di una certa agiografia da parte di Marco Polo, motivo per il quale gli orientalisti europei nel XIX secolo - come Joseph von Hammer-Purgstall- privilegiarono i resoconti di parte degli autori arabi sunniti e persiani di età medievale, quali fonti storiografiche più autorevoli.
Durante il dominio dell'Imam Rukn al-Din Khurshah, lo Stato nizarita declinò fino alla forzata consegna dei castelli ai mongoli invasori e allo scioglimento dell'ordine da parte dell'ultimo imam.
Nel '67, il libro The Assassins: A radical sect in Islam di Bernard Lewis li definì come un movimento islamista radicale[3], ispirando il videogioco Assassin's Creed.[4].