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Orfismo

Disambiguazione – Se stai cercando il movimento pittorico, vedi Cubismo orfico.
Voce principale: Religione dell'antica Grecia.
Orfeo e gli animali; mosaico romano d'età imperiale (Palermo, Museo archeologico), in cui il musico suona la lira rendendo mansuete le bestie selvatiche.

L'orfismo è un movimento religioso misterico, sorto in Grecia, presumibilmente verso il VI secolo a.C., intorno alla figura di Orfeo, considerato il fondatore[1][2].

La figura di Orfeo, collegata a quella di un antico "missionario" greco in terra tracia, dove perse la vita nel tentativo di trasferire il culto di Apollo[3], potrebbe essere precedente alla sua adozione da parte dei maestri religiosi orfici del VI secolo a.C. La scelta di inserirlo nelle correnti che si fanno eredi del suo nome «era dovuta a qualcosa di più che non ad un vago sentimento di venerazione per un grande nome dell'antichità»[4]; frutto, piuttosto, da una parte della necessità di ereditare le credenze sulla "possessione" divina, propria dell'esperienza dionisiaca, dall'altra della convinzione di dover prolungare quelle pratiche di "purezza", che erano proprie dei Misteri eleusini; tutto ciò corrisponde ai due elementi fondanti delle dottrine orfiche:

  1. la credenza nella divinità e quindi nell'immortalità dell'anima, la quale è "caduta" a causa della colpa originaria dei Titani (dalla cui combustione da parte di Zeus nascono gli uomini) che hanno divorato Dioniso nella sua prima incarnazione;
  2. da cui consegue, al fine di evitare la perdita di tale immortalità o finire nella continua rinascita in stati di sofferenza, la necessità di condurre un'intera vita di purezza per ottenere l'accesso ad una vita ultraterrena felice;

Nel mito, Orfeo, istruito dalle muse e da Apollo, è maestro nel suonare la lira; dopo aver preso parte alla spedizione degli argonauti e aver tentato di riportare in vita la moglie Euridice, persuadendo Ade e Persefone con la sua musica, fallisce e viene poi ucciso da un gruppo di donne seguaci di Dioniso (il culto del quale viene dalla Tracia). La religione orfica è appunto un addolcimento dei misteri dionisiaci: Dioniso è figura centrale ma a differenza del dionisismo dove si pratica il sacrificio animale cruento ("sparagmòs"), le danze orgiastiche e si beve il vino nei riti, nell'orfismo la dieta carnea è vietata, in quanto sgradita a Persefone per il ricordo dell'omicidio di Dioniso, divorato dai Titani e poi risuscitato, e quindi comportante l'impossibilità di entrare nei campi elisi nonché per la credenza nella metempsicosi in maniera simile al pitagorismo.[22]

Famosi orfici o vicini all'orfismo nel mondo greco-romano furono Platone, Socrate, Ovidio, Eraclito[23], Empedocle e Virgilio[24]. Influenzò la filosofia platonica, finendo per influenzare poi il neopitagorismo e il neoplatonismo e forse anche il cristianesimo, per poi essere riscoperto nella sua interezza dottrinale in ambienti esoterici e filosofici del Rinascimento.

  1. ^ Marcel Detienne, Orpheus, in Mircea Eliade (a cura di), Encyclopedia of Religion, New York, Macmillan, 1987, pp. 6891 e segg..
  2. ^ (EN) Alberto Bernabé, Poetae epici Graeci, testimonia et fragmenta, Pars II, fasc. 1-2: Orphicorum et Orphicis similium testimonia et fragmenta, Monaco di Baviera, 2005.
    «In the sixth century BCE, a religious movement that modern historians call Orphism appeared in Greece around the figure of Orpheus, the Thracian enchanter»
  3. ^ William Keith Chambers Guthrie, I Greci e i loro dèi, Bologna, il Mulino, 1987, pp. 370 e segg..
  4. ^ Guthrie, p. 374.
  5. ^

    «Il primo a introdurre i Titani in un poema fu Omero, il quale affermò che essi sono dei e risiedono nel Tartaro. [...] Appreso da Omero il nome dei Titani, Onomacrito ordinò i "Sacri Misteri" di Dioniso e scrisse nel suo poema che Dioniso patì le sue pene per le mani dei Titani»

    Su Onomacrito cfr. Erodoto, Historìai, VII, 6,3.
  6. ^ OF, 210 [7], dove vi è anche l'alternativa dei soli Titani resi invidiosi.
  7. ^ Marcel Detiene (Dioniso e la pantera profumata) evidenzia come il gesso sia sovente sovrapposto alla calce viva che è indicata con il termine títanos (τίτανος) ovvero quel genere di cenere (τέφρα) bianca frutto della combustione di qualsiasi calcare. Dal che «in tutte queste tradizioni incontriamo esseri nati dalla terra, e più precisamente formati da quell'elemento terroso mescolato al fuoco indicato, dal loro nome, come títanos, calce viva.»
  8. ^ Una trottola, un rombo, delle bambole articolate, le mele delle esperidi e dei dadi (astragali); OF 34
  9. ^ Clemente Alessandrino, Protrettico II, 17 (OF 34 [1]); anche Arnobio Adv. nation. V, 19 (OF 34 [2]).
  10. ^ La prima attestazione della cottura delle carni del dio è in Eufurione di Calchide, framm. 14 Powell; anche Callimaco framm. 643 Pfeiffer.
  11. ^ Clemente Alessandrino, Protrettico II, 18 (OF 35).
  12. ^ Qui inserire il rovesciamento del procedere sacrificale Vernant ma anche Burkert et alii; anche il sacrificio alle Ὥραι descritto da Filocoro cfr. Ateneo XIV 656a in Ke 235: «Quando gli ateniesi sacrificano alle Ὥραι non arrostiscono la carne ma la fanno bollire. A queste dee chiedono di allontanare il caldo e la siccità»
  13. ^ Filodemo di Gadara, Sulla pietà 44; anche Diodoro Siculo (ma qui è Demetra non Rea a raccogliere le membra, sempre che le due divinità non siano identificate) III, 62, 2-8; in Proclo e Olimpiodoro (OF 211 [1-2]) è Apollo a ricongiungere le membra; in Proclo Plat. Tim. 35a (OF 210 [1]) e Clemente Alessandrino, Protrettico II, 18 (OF 35) è Atena che ne raccoglie il cuore.
  14. ^ OF 210 [1-6].
  15. ^ Cfr. Dioniso. Archetipo della vita indistruttibile, 2.IV.
  16. ^ al poema τελεταί
  17. ^ La manducazione delle membra è attestata in Firmico Materno. De errore profanarum religionum 6 (OF 214 [2]).
  18. ^ Cfr. HL 220.
  19. ^ Il primo collegamento tra la dieta carnea degli uomini e lo sbranamento di Dioniso da parte dei Titani è in Plutarco, De esu carnium, 996 C anche OF 210.
  20. ^ Cfr. Reynal Sorel Orfeo... p.92.
  21. ^ Pindaro, fr. 133,1 Maehler, dice che Persefone deve ottenere dai trapassati una "riparazione per un antico lutto", questo per potergli consegnare una "vita beata"; cfr. Walter Burkert La religione greca, p. 532.
  22. ^ Giuseppe Cambiano, Jean Pierre Vernant L'uomo greco, p. 279, Laterza, 1991
  23. ^ Eraclito. Dell'origine, a cura di A. Tonelli, Feltrinelli,9 2005.
  24. ^ L'influsso delle dottrine orfico-pitagoriche è evidente nel VI libro dell' Eneide dove Virgilio descrive l'oltretomba e dove è presente anche l'idea della metempsicosi.

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