Papa Gregorio VII | |
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Gregorio VII in una miniatura contenuta nel Vita Gregorii VII (prima metà del XII secolo). | |
157º papa della Chiesa cattolica | |
Elezione | 22 aprile 1073 |
Insediamento | 30 giugno 1073 |
Fine pontificato | 25 maggio 1085 (12 anni e 33 giorni) |
Cardinali creati | vedi Concistori di papa Gregorio VII |
Predecessore | papa Alessandro II |
Successore | papa Vittore III |
Nome | Ildebrando di Soana |
Nascita | Sovana, 1015 circa[N 1] |
Ordinazione sacerdotale | 22 maggio 1073 |
Consacrazione a vescovo | 30 giugno 1073 |
Creazione a cardinale | 6 marzo 1059 da papa Niccolò II |
Morte | Salerno, 25 maggio 1085 |
Sepoltura | Cattedrale di Salerno |
San Gregorio VII | |
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Papa | |
Nascita | Sovana, 1015 circa[N 1] |
Morte | Salerno, 25 maggio 1085 |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Canonizzazione | 1606 da papa Paolo V |
Santuario principale | Cattedrale di Salerno |
Ricorrenza | 25 maggio |
Attributi | triregno, mitria, casula |
Gregorio VII, nato Ildebrando di Soana[1] (Soana, 1015 circa[N 1] – Salerno, 25 maggio 1085), è stato il 157º papa della Chiesa cattolica dal 22 aprile 1073 alla sua morte.
Inviato giovanissimo a studiare a Roma, entrò in contatto con i valori della riforma cluniacense probabilmente grazie agli insegnamenti di Lorenzo d'Amalfi e Giovanni Graziano, futuro papa Gregorio VI. Divenuto, sotto Papa Leone IX, consigliere papale, iniziò a esercitare una fortissima influenza, tanto che si è spesso arrivati a parlare di "riforma gregoriana" per indicare quella trasformazione in atto nella chiesa del tempo. Il 22 aprile 1073 venne eletto papa per acclamazione, senza seguire le norme canoniche previste, suscitando critiche riguardo alla legittimità che perdureranno per tutto il suo pontificato.
Durante il suo pontificato, Gregorio VII si spese energicamente per combattere la simonia, il nicolaismo e, soprattutto, nell'affermare il primato papale sul potere laico. Scrisse, probabilmente nel 1075, il celebre Dictatus papae, una serie di 27 affermazioni riguardanti diritti e prerogative che nelle sue intenzioni dovevano essere attribuite al papa. La sua ferma intenzione a sottrarre al potere laico il diritto di investitura lo condusse a uno scontro, passato alla storia come "lotta per le investiture", che lo vide contrapposto al re (e futuro imperatore) Enrico IV di Franconia, quest'ultimo desideroso, invece, di ripristinare l'autorità imperiale. La lotta sfociò in eventi drammatici e inediti, con Enrico che arrivò a destituire Gregorio e quest'ultimo a rispondere scomunicandolo. Emblematica la cosiddetta "umiliazione di Canossa" con la quale il giovane imperatore intendeva chiedere il perdono del papa.
La lotta si concluse negativamente per Gregorio che fu costretto nel 1080 a fuggire da Roma e a mettersi in salvo a Salerno grazie alla protezione del normanno Roberto il Guiscardo. Gregorio sarebbe morto in esilio nel 1085, tuttavia la sua azione caparbia aveva oramai impattato profondamente sulla Chiesa e cambiato i rapporti di forza con il potere temporale. Considerato uno dei papi più importanti della storia, contribuì indiscutibilmente al formare l'assetto della Chiesa che, sostanzialmente, permane tutt'oggi, favorendo quel processo di trasformazione che la portò a configurarsi come una monarchia teocratica dal potere centralizzato. Il culto tributatogli sin dalla morte venne ratificato nel 1606 da papa Paolo V, che ne proclamò la santità. La sua memoria liturgica è il 25 maggio.
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