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La preterintenzione (dal latino " praeter intentionem ")[1] è una forma di colpevolezza in cui l'agente agisce dolosamente per commettere un reato, ma da questa sua condotta finisce per prodursi involontariamente un reato diverso e più grave di quello voluto.[2]
Questa progressione criminosa "preterintenzionale", casisticamente cosmopolita,[3] viene genericamente ricondotta alla dottrina del versari in re illicita,[4] ed ha una storicità sia nel diritto penale romano[5] che in quello canonico.[6]
Nell'ordinamentoitaliano, il Codice penale all'art. 43, 1° comma, definisce un reato come preterintenzionale, o alternativamente oltre l'intenzione, "quando dall'azione od omissione deriva un evento dannoso o pericoloso più grave di quello voluto dall'agente".[7]
Il codice penale italiano, pertanto, come altri codici penali stranieri – ad esempio quelli somalo (Art. 24. "is preterintentional or beyond the intent, where the harmful or dangerous event arising from the act or omission is more serious than the one desired by the offender".)[8] ecuadoriano (Art. 26. "Responde por delito preterintencional la persona que realiza una acción u omisión de la cual se produce un resultado más grave que aquel que quiso causar, y será sancionado con dos tercios de la pena.")[9] colombiano (Art. 24. "The behavior is preterintentional when its outcome, being predictable, exceeds the intent of the agent."),[10] del Nuevo León (Art. 29. "Obra preterintencionalmente, cuando por la forma y medio de ejecución se acredite plenamente que el resultado excedió el propósito del activo; en este caso podrá disminuirse la pena hasta las dos terceras partes de la sanción a imponer por el delito cometido."),[11] della Baja California[12] (e di altri stati messicani tra cui Durango e Zacatecas)[13] e dell'Uruguay (Art. 18. "El hecho se considera...ultraintencional cuando el resultado excede de la intención, siempre que tal resultado haya podido ser previsto".)[14][15] – non dà la definizione di un concetto autonomo di "preterintenzione" (inteso come tertium genus), ma si limita a descrivere la struttura del "delitto preterintenzionale": denunciando l'insussistenza di un atteggiamento psicologico diverso dal volere (dolo) e dal non volere (colpa).[16] Un assunto che troverebbe conferma nell'art. 32 c.p. costaricano allorche' specifica la composta struttura psicologica della "Preterintención" (intesa come dolo misto a colpa): "Obra con preterintención quien realiza una conducta de la cual se deriva un resultado más grave y de la misma especie que el que quiso producir, siempre que este segundo resultado pueda serle imputado a título de culpa."[17]
L'ordinamento italiano riconosce rubricativamente il solo omicidio preterintenzionale all'art. 584 c.p.:[18] tecnicamente una "uccisione preterintenzionale";[19] peraltro riprodotto, anche nella rubrica, nei codici penali colombiano (Art. 105 c.p. Homicidio preterintencional),[20] guatemalese (Art. 126 c.p. Homicidio preterintencional)[21] e somalo (Art. 441 c.p. Preterintentional Homicide).[22] La dottrina, tuttavia, ritiene che nell'ordinamento italiano ulteriori fattispecie preterintenzionali in senso lato, possano rinvenirsi pacificamente nell'art. 593-ter c.p.[23] (che peraltro trova una corrispondenza – ma con aggiuntive rubriche espresse – nell'articolo 138 codice penale del Guatemala[24] e nell'articolo 267 c.p. boliviano)[25] e opinabilmente nella categoria dei "reati aggravati dall'evento".[26]
«Chiunque, con violenza, provoca l'aborto senza l'intenzione di provocarlo, ma la gravidanza gli è nota o gli è nota, è punito con la reclusione da tre mesi a tre anni.»