Catturato dagli Alleati nel maggio 1945, il feldmaresciallo Albert Kesselring, comandante supremo delle forze tedesche in Italia, fu processato per crimini di guerra da un tribunale militare britannico.
I due capi d'accusa concernevano l'aver ordinato l'eccidio delle Fosse Ardeatine del 24 marzo 1944 e l'aver emanato, a partire dal giugno dello stesso anno, una serie di direttive che prescrivevano l'impiego sistematico della rappresaglia contro i civili nella guerra antipartigiana.
Il processo, celebrato a Venezia dal febbraio al maggio 1947, si concluse con una condanna a morte tramite fucilazione, non eseguita per intervento del governo britannico.