Our website is made possible by displaying online advertisements to our visitors.
Please consider supporting us by disabling your ad blocker.
Razzismo scientifico
Il razzismo scientifico[1][2] (a volte detto biologia razziale[3], antropologia razziale o razzismo pseudo-scientifico) è lo studio pseudo-scientifico delle tecniche e delle ipotesi a sostegno o giustificazione della fede nel razzismo, ossia nell'inferiorità o superiorità razziale di alcuni gruppi umani rispetto ad altri[4][5][6]; cercando di dare fondamento scientifico ad una cosiddetta "scienza delle razze umane".
Alternativamente è la pratica di classificare[7] individui di diverso fenotipo o genotipo in razze distinte ed in suoi sottogruppi. Storicamente ha ricevuto credito nella comunità scientifica, ma non è più al giorno d'oggi considerato una branca ufficiale della scienza[5][6].
Il razzismo scientifico impiega l'antropologia (in particolare l'antropologia fisica), l'antropometria, la craniometria e altre pseudo-discipline, proponendo tipologie antropologiche a sostegno della classificazione delle popolazioni umane in "razze umane" fisicamente distinte e separate, nei confronti delle quali si possa affermare che siano "superiori" o "inferiori".
Il razzismo scientifico è stato diffuso a partire dal XVII secolo fino al termine della seconda guerra mondiale. Dalla seconda metà del XX secolo in poi il razzismo scientifico è stato criticato come obsoleto ed è divenuto via via ad essere sempre più screditato, ma storicamente è stato usato in modo persistente e pervasivo per sostenere e convalidare le idee razziste in tutto il mondo. Basato sulla fede nell'esistenza e nel significato delle categorie razziali e di una teoria delle razze superiori e inferiori[8].
Con la conclusione del secondo conflitto mondiale il razzismo scientifico, sia come teoria sia come azione, è stato denunciato formalmente, soprattutto nella prima dichiarazione che si appoggia all'antirazzismo e fatta dall'UNESCO nel 1950 intitolata The Race Question (Dichiarazione sulla razza (UNESCO 1950)); essa afferma chiaramente che:
«"il fatto biologico della razza e il mito della razza vanno nettamente distinti. Per tutte le pratiche sociali con uno scopo ed un'intenzione razziale la razza non è tanto un fenomeno biologico quanto un autentico mito sociale: il mito della razza ha prodotto un'enorme quantità di danni umani e sociali; negli ultimi anni ha occupato pesantemente le coscienze umane e prodotto il dispiegarsi oppressivo nella stessa quotidianità della vita, causando sofferenze indicibili"[9].»
Tale "fatto biologico" non è più considerato esistente poiché gli sviluppi della genetica evolutiva umana (la biologia evolutiva dello sviluppo) hanno dimostrato che le differenze genetiche umane sono quasi totalmente graduali[7].
Il termine razzismo scientifico è generalmente utilizzato in modo peggiorativo come applicato alle teorie più moderne, come in The Bell Curve: Intelligence and Class Structure in American Life (1994, di Richard Herrnstein e Charles Murray). I critici sostengono che tali opere postulino conclusioni razziste non supportate dalle prove disponibili. Pubblicazioni come Mankind Quarterly, fondata esplicitamente come una rivista di "coscienza razziale" nel 1961, sono generalmente considerate come piattaforme di razzismo scientifico in quanto pubblicano articoli su interpretazioni marginali dell'evoluzione umana, dello studio sull'intelligenza, dell'etnografia, della linguistica, della mitologia, dell'archeologia e degli altri argomenti razziali.
L'etichettatura di "razzismo scientifico" è usata anche per criticare quegli studi che pretendano di stabilire una connessione tra, ad esempio, razza e intelligenza, ed è utilizzata per argomentare il fatto che ciò promuova l'idea dell'esistenza di razze umane superiori e inferiori[10].
^termine usato dagli anni 1960, seguendo Juan Comas, "' "Scientific" Racism Again?" Current Anthropology, Vol. 2, 1961, pp. 303-340.
^"Ostensibly scientific": cf. Adam Kuper, Jessica Kuper (eds.), The social science encyclopedia (1996), "Racism", p. 716: "This [sc. scientific] racism entailed the use of 'scientific techniques', to sanction the belief in European and American racial superiority"; Routledge Encyclopedia of Philosophy: Questions to sociobiology (1998), "Race, theories of", p. 18: "Its exponents [sc. of scientific racism] tended to equate race with species and claimed that it constituted a scientific explanation of human history"; Terry Jay Ellingson, The myth of the noble savage (2001), 147ff. "In scientific racism, the racism was never very scientific; nor, it could at least be argued, was whatever met the qualifications of actual science ever very racist" (p. 151); Paul A. Erickson, Liam D. Murphy, A History of Anthropological Theory (2008), p. 152: "Scientific racism: Improper or incorrect science that actively or passively supports racism".
^"Ostensibly scientific": cf. Theodore M. Porter, Dorothy Ross (eds.) 2003.The Cambridge History of Science: Volume 7, The Modern Social Sciences Cambridge University Press, p. 293 "Race has long played a powerful popular role in explaining social and cultural traits, often in ostensibly scientific terms"; Adam Kuper, Jessica Kuper (eds.), The Social Science Encyclopedia (1996), "Racism", p. 716: "This [sc. scientific] racism entailed the use of 'scientific techniques', to sanction the belief in European and American racial Superiority"; Routledge Encyclopedia of Philosophy: Questions to Sociobiology (1998), "Race, theories of", p. 18: "Its exponents [sc. of scientific racism] tended to equate race with species and claimed that it constituted a scientific explanation of human history"; Terry Jay Ellingson, The myth of the noble savage (2001), 147ff. "In scientific racism, the racism was never very scientific; nor, it could at least be argued, was whatever met the qualifications of actual science ever very racist" (p. 151); Paul A. Erickson, Liam D. Murphy, A History of Anthropological Theory (2008), p. 152: "Scientific racism: Improper or incorrect science that actively or passively supports racism".
«Few tragedies can be more extensive than the stunting of life, few injustices deeper than the denial of an opportunity to strive or even to hope, by a limit imposed from without, but falsely identified as lying within.»
^ab Paul Kurtz, Can the Sciences Help Us to Make Wise Ethical Judgments?, in Skeptical Inquirer Magazine, Committee for Skeptical Inquiry, Sep 2004. URL consultato il 1º dicembre 2007 (archiviato dall'url originale il 23 novembre 2007).
«There have been abundant illustrations of pseudoscientific theories-monocausal theories of human behavior that were hailed as "scientific"-that have been applied with disastrous results. Examples: ... Many racists today point to IQ to justify a menial role for blacks in society and their opposition to affirmative action.»
^abCavalli-Sforza, L.L. (2001). Genes, Peoples and Languages, p. 30. Penguin Books, London. ISBN 9780865475298.
^Cf. Patricia Hill Collins, Black feminist thought: knowledge, consciousness, and the politics of empowerment (2nd ed., 2000), Glossary, p. 300: "Scientific racism was designed to prove the inferiority of people of color"; Simon During, Cultural studies: a critical introduction (2005), p. 163: "It [sc. scientific racism] became such a powerful idea because ... it helped legitimate the domination of the globe by whites"; David Brown and Clive Webb, Race in the American South: From Slavery to Civil Rights (2007), p. 75: "...the idea of a hierarchy of races was driven by an influential, secular, scientific discourse in the second half of the eighteenth century and was rapidly disseminated during the nineteenth century".