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Re di Sardegna

Voce principale: Regno di Sardegna.

«Est ius sardorum pariter regnum populorum»

Sono denominati re di Sardegna (in latino rex Sardiniae) i sovrani che si susseguirono al trono del Regno di Sardegna (Regnum Sardiniae et Corsicae fino al 1460), regno creato dal papa Bonifacio VIII il 4 aprile 1297 in attuazione del Trattato di Anagni del 24 giugno 1295. Con l'incoronazione a re di Sardegna di Giacomo II il Giusto, il pontefice intendeva porre fine al conflitto nato tra Angioini e Aragonesi per il controllo del Regno di Sicilia e conosciuto come guerra del Vespro.

Il titolo di re di Sardegna venne concesso dall'imperatore del Sacro Romano Impero, a Barisone I di Arborea[1] e ad Enzo di Sardegna. Il primo non riuscì nell'intento di unificare l'isola sotto il suo dominio, nonostante anni di guerre contro gli altri Giudici sardi, e infine vi rinunciò in un trattato di pace con gli stessi nel 1172;[2] il secondo non ne ebbe l'opportunità. Investito del titolo dal padre, l'imperatore Federico II, nel 1239, fu presto richiamato dal genitore e nominato vicario imperiale per l'Italia. Finì i suoi giorni, senza eredi diretti riconosciuti, dopo una detenzione di 23 anni in una prigione bolognese, nel 1272.

  1. ^ G. Seche, L'incoronazione di Barisone "re di Sardegna" in due fonti contemporanee: gli Annales genovesi e gli Annales pisani, in Rivista dell'Istituto di storia dell'Europa mediterranea, Consiglio Nazionale delle Ricerche, n° 4, 2010
  2. ^ Dino Punchu (a cura di), I Libri Iurium della Repubblica de Genova, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Roma, 1996, n°390, pag.334

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