Repubblica partigiana dell'Ossola | |
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Repubblica dell'Ossola in Europa | |
Dati amministrativi | |
Capitale | Domodossola |
Dipendente da | CLNAI |
Politica | |
Forma di Stato | repubblica partigiana |
Nascita | 9 settembre 1944 |
Fine | 23 ottobre 1944 |
Territorio e popolazione | |
Bacino geografico | Italia nord-occidentale |
Territorio originale | Val d'Ossola |
Confini della Repubblica dell'Ossola | |
Evoluzione storica | |
Preceduto da | Repubblica Sociale Italiana |
Succeduto da | Repubblica Sociale Italiana |
Ora parte di | Italia |
«A quarant'anni di distanza, la Repubblica dell’Ossola è ben più di un lontano episodio consegnato ai libri di storia. Essa vive nel perenne patrimonio ideale della nostra gente, simbolo incorruttibile di generosità e di riscatto.»
La Repubblica dell'Ossola o Repubblica ossolana (più precisamente Zona liberata dell'Ossola) è stata una repubblica partigiana sorta nel Nord Italia il 10 settembre 1944 e riconquistata dai fascisti il 23 ottobre 1944. A differenza di altre Repubbliche partigiane, la Repubblica dell'Ossola fu in grado, in poco più di un mese di vita, di affrontare non solo le contingenze imposte dallo stato di guerra, ma anche di darsi un'organizzazione articolata, con l'istituzione della Giunta provvisoria di Governo di Domodossola e della zona liberata (G.P.G.). Durante i seppur brevi Quaranta giorni di libertà[1], personaggi illustri come Umberto Terracini, Piero Malvestiti e Gianfranco Contini collaborarono alla redazione di riforme ad orientamento democratico, che sarebbero poi state d'ispirazione per la stesura della Costituzione italiana[2].
La storia della Repubblica dell'Ossola è stata narrata nello sceneggiato di Leandro Castellani Quaranta giorni di libertà e dal libro di Giorgio Bocca Una repubblica partigiana (1964). Una narrazione molto particolareggiata si trova anche nel romanzo Il cavallo rosso di Eugenio Corti.
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