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Rotta delle spezie

Carta delle rotte marittime storiche del commercio delle spezie con la provenienza delle principali piante.

     Rotta marittima della Via della seta (II-XV sec.)

     Rotta veneziana (XII-XV sec.)

     Rotta del Capo (XVI-XIX sec.)

     Rotta spagnola dei "Galeoni di Manila" (XVI-XVIII sec.)

Spezie in un souk orientale.

Per rotta delle Spezie, anche via delle Spezie, s'intende la rete commerciale intercontinentale che, sin dall'Antichità[1], ha portato spezie ed aromi dai loro paesi d'origine, prevalentemente ubicati in Estremo Oriente, al Bacino del Mediterraneo ed all'Europa. Le spezie sono sostanze aromatiche di origine prevalentemente vegetale, dai molteplici usi. Essendo spesso rare e costose, il loro commercio, nel corso della storia, ha spesso caratterizzato le civiltà che lo esercitavano. Sebbene ci siano piante di spezie in ogni continente, alcune specie dell'Asia meridionale, come lo zenzero, la cannella e soprattutto il pepe, hanno dettato la direzione del commercio su larga scala. La noce moscata e i chiodi di garofano, la cui coltivazione è stata a lungo confinata a poche isole dell'Insulindia, spesso servono come indicatori dei legami forgiati tra popoli e culture molto lontane.

Il commercio delle spezie ha coinvolto civiltà storiche in Asia, Africa nord-orientale ed Europa sin dall'Antichità. Spezie come cannella, cassia, cardamomo, zenzero, pepe, noce moscata, anice stellato, chiodi di garofano e curcuma erano conosciute e usate, spesso in ambito religioso, già dall'antichità e commerciate nel mondo orientale. Le spezie asiatiche penetrarono in seguito nel Vicino Oriente Antico e nell'Antico Egitto, accompagnate spesso da racconti fantastici che ne nascondevano la loro vera origine[2].

La tratta marittima della rotta che metteva i paesi produttori a contatto con lo snodo di scambio costituito dall'India era dominato dai popoli austronesiani nel sud-est asiatico, gli antichi marinai indonesiani che stabilirono rotte dal sud-est asiatico (e successivamente dalla Cina) allo Sri Lanka e all'India entro il 1500 a.C.[3] Le merci venivano poi trasportate via terra verso il Mediterraneo e il mondo greco-romano attraverso la c.d. "Via dell'incenso" (enormemente cresciuta d'importanza in Età Ellenistica grazie alla scoperta del monsone) e le rotte romano-indiane da commercianti indiani e persiani,[4] contribuendo, insieme alla Via della seta, ai contatti tra i greco-romani e la Cina. Le rotte commerciali marittime austronesiane si espansero successivamente nel Medioriente e nell'Africa orientale entro il I millennio d.C., determinando la colonizzazione austronesiana del Madagascar.[5]

Le civiltà toccate dal commercio delle spezie, evolvettero di conseguenza, sbocciando e crollando. Il Regno di Axum (V secolo a.C.-XI secolo) aveva aperto la strada alla rotta del Mar Rosso prima del I secolo d.C. Durante il primo millennio d.C., gli etiopi divennero la potenza commerciale marittima del Mar Rosso da cui ormai partivano rotte consolidate per l'India e lo Sri Lanka (la Taprobana dei Romani) grazie alla tecnologia marittima appresa dai contatti con gli austronesiani. Entro la metà del VII secolo d.C., il Crollo dell'Impero romano d'Occidente e, soprattutto, l'espansione islamica mise i commercianti arabi nella condizione di percorrere le rotte marittime dell'Oceano Indiano occidentale, baricentro e crocevia del mercato mondiale delle spezie, dalle fonti di produzione dell'Asia meridionale e dell'arcipelago malese, e il mercato arabo-musulmano e cinese, e di dominarle. Le spezie raggiungevano il Levante attraverso le rotte del Golfo Persico e del Mar Rosso e venivano ridistribuite dai mercanti levantini ed italiani nel Mediterraneo.

L'Europa medievale, ad eccezione delle repubbliche marinare italiane di Venezia e Genova, direttamente coinvolte nella parte terminale della tratta tramite un complesso sistema d'avamposti commerciali, giocava un ruolo molto marginale in questa rete, fungendo in pratica da mercato finale ove questi beni, di cui spesso il consumatore nemmeno conosceva l'origine, venivano acquistati a prezzi esorbitanti. Questi prezzi, allora come oggi, risentivano delle fluttuazioni provocate dai rivolgimenti politici dei paesi coinvolti nel commercio: fond. l'affermarsi in Anatolia prima del sultanato dei turchi selgiuchidi (1090) e poi dei turchi ottomani (1453). Questa situazione mutò quando gli Europei volsero al Levante la loro attenzione, prima con le Crociate e poi con la ricerca di un accesso diretto ai paesi produttori di spezie che originò la c.d. "Età delle scoperte",[6] durante la quale il commercio delle spezie, in particolare del pepe, divenne un'attività preminente dei commercianti europei[7].

Lo Sviluppo marittimo iberico (1400-1600) fu fortemente motivata dal desiderio di catturare la manna delle spezie asiatiche. L'apertura della rotta verso l'India attraverso il Capo di Buona Speranza (c.d. "Rotta del Capo") ad opera del portoghese Vasco da Gama nel 1498[8] ebbe un effetto duraturo sui termini e sulle dimensioni di questo commercio e portò l'economia mondiale verso i tempi moderni. Questo commercio, tedoforo del commercio mondiale dalla fine del Medioevo al Rinascimento[7], inaugurò l'era della supremazia europea in Oriente[8]. Canali come il Golfo del Bengala servivano da ponti per gli scambi culturali e commerciali tra culture diverse[6] mentre le nazioni lottavano per ottenere il controllo del commercio lungo le numerose rotte delle spezie[2]. Nel 1571 gli spagnoli aprirono la prima rotta transpacifica tra i loro territori delle Filippine e del Messico, inaugurando la tratta dei "Galeoni di Manila" che durò fino al 1815. I portoghesi dovettero invece fronteggiare nazioni antiche difficili da sottomettere, forti soprattutto d'una secolare tradizione nautica. Gli olandesi furono in seguito in grado d'aggirare molti di questi problemi aprendo la strada a una rotta oceanica diretta dal Capo di Buona Speranza allo Stretto della Sonda in Indonesia. Il Regno del Portogallo, l'Impero spagnolo, i Paesi Bassi, il Regno d'Inghilterra e il Regno di Francia, gestirono dapprima la loro presenza nell'Oriente tramite le c.d. "Compagnie delle Indie" da cui svilupparono poi gli imperi coloniali moderni. La ricerca delle spezie fu quindi una delle radici dell'espansione europea e aprì la strada al colonialismo e agli imperi mondiali.

L'interesse per le spezie diminuì in maniera piuttosto marcata a partire dalla seconda metà del XVII secolo. Furono sostituite da nuovi prodotti coloniali, come zucchero, caffè, tabacco e cacao. Le cause di questo declino sono dibattute ma è probabile che, almeno in parte, siano legate al venire meno della medesima ragione che le aveva rese tanto fortunate: una volta levato il velo di mistero e magia che avvolgeva la loro natura e la loro provenienza, le spezie smisero di incantare il mondo.

  1. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore :0
  2. ^ a b Spice trade, su britannica.com. URL consultato il 25 aprile 2016.
  3. ^ (EN) Dick-Read R, Indonesia and Africa: questioning the origins of some of Africa's most famous icons, in The Journal for Transdisciplinary Research in Southern Africa, vol. 2, n. 1, luglio 2006, pp. 23–45, DOI:10.4102/td.v2i1.307.
  4. ^ Fage 1975, p. 164.
  5. ^ (EN) Burney DA et al., A chronology for late prehistoric Madagascar, in Journal of Human Evolution, n. 47, 2004, pp. 25–63.
  6. ^ a b Donkin 2003.
  7. ^ a b Corn-Glasserman 1999, Prologo.
  8. ^ a b Gama, Vasco da. The Columbia Encyclopedia, Sixth Edition. Columbia University Press.

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