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Scacco al re, o più semplicemente scacco, è la locuzione che nel gioco degli scacchi indica la situazione in cui il re è sotto minaccia di presa da parte di un pezzo avversario. Il giocatore il cui re viene messo sotto scacco deve muovere in modo tale da rimuovere la condizione: se nessuna mossa consentita dal regolamento permette di fare ciò, lo scacco è detto matto e la partita termina con la vittoria dell'avversario.
Nel corso della partita una mossa è considerata illegale se lascia il proprio re sotto scacco (tranne che in alcune varianti eterodosse del gioco o nelle partite lampo). Si noti anche che non si può dare scacco al re avversario con il proprio re, in quanto questo verrebbe a trovarsi a sua volta sotto scacco; è possibile trovarsi sotto scacco dopo una mossa di re se tale re libera una linea di attacco di un proprio pezzo precedentemente ostruita (scacco di scoperta).
In questa accezione, le parole scacco e scacchi provengono da una derivazione araba del persiano shāh, che significa re[1].
Questa terminologia è usata inoltre anche in altri giochi affini agli scacchi come lo shōgi e lo xiangqi ed è entrata nell'uso comune come metafora di una situazione di conflitto in cui una delle due parti tiene sotto una grave minaccia l'altra, minaccia che potrebbe risultare decisiva per l'esito finale dello scontro.