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Scartamento metrico

Si denomina scartamento metrico lo scartamento ferroviario di 1 000 mm (1 metro). Lo scartamento metrico qui specificato per Italia e Francia, è comunque ampiamente diffuso in Sud America, Africa ed Asia, e costituisce, con lo scartamento da 1 067 mm (3' e 6") di origine anglosassone, un buon compromesso rispetto allo scartamento standard di 1 435 mm in quanto a riduzione dei costi di costruzione, perché permette raggi di curvatura minori (e quindi più adattabilità al territorio) e minori opere d'arte, conserva una buona qualità di carico e di velocità di trasporto e riduce in genere i costi di esercizio.

In Italia viene definito (impropriamente) metrico anche quello da 950 mm che caratterizza la maggior parte delle reti esistenti o costruite nel passato e poi dismesse. L'equivoca definizione risale, a detta degli esperti,[1] alla Legge Baccarini del 1879 che autorizzò la progettazione e la costruzione di molte ferrovie di 2ª, 3ª e 4ª categoria con l'uso del più economico scartamento ridotto; dato che all'epoca era invalso in Italia l'uso francese di misurare lo scartamento tra le mezzerie del fungo della rotaia e non sui bordi interni delle stesse [2]; la legge raccomandava nelle sue norme attuative, con tale sistema di misurazione, l'uso di uno dei due scartamenti, 1 500 o 1 000 mm, quindi le linee progettate e costruite successivamente si trovarono, con la misura al bordo interno, ad avere lo scartamento di 950 mm. Tale scartamento è definito "Metrico Italiano".

  1. ^ Antonio Federici, Lo scartamento ridotto in Italia. In: tuttoTreno-Tema n. 14/1999.
  2. ^ Ministero dei Trasporti-Ferrovie dello Stato-Serv. Mat e Trazione,Veicoli ed impianti, volume IX, p. 274

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