Scontri di Detroit del 1967 | |
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Data | 23 - 27 luglio 1967 |
Luogo | Detroit, Michigan, USA 42°22′35″N 83°05′58″W |
Causa | Retata della polizia al locale Blind pig |
Effettivi | |
Perdite | |
43 morti 1 189 feriti Più di 7 200 arrestati | |
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La sommossa di Detroit del 1967, conosciuta anche come rivolta della 12th Street o Ribellione di Detroit del 1967, fu un violento tumulto che degenerò in una rivolta nella città di Detroit, durata dal 23 al 27 luglio 1967. L'evento scatenante fu un raid della polizia in un bar notturno privo di licenza, un blind pig, all'angolo tra la 12th Street (oggi Rosa Parks Boulevard) e Clairmount Street, nella zona Near West Side della città. Lo scontro della polizia con i clienti e i passanti si trasformò in una delle rivolte più letali e distruttive della storia degli Stati Uniti, con violenze e distruzioni maggiori di quelle della rivolta razziale di Detroit del 1943.
Per porre fine alla rivolta, il Governatore George W. Romney ordinò alla Guardia Nazionale del Michigan di dirigersi a Detroit, mentre il Presidente Lyndon B. Johnson mandò l'82nd Airborne Division e la 101st Airborne Division. Negli scontri ci furono 43 morti, 1 189 feriti, più di 7 200 arresti e più di 2 000 edifici distrutti. La portata della rivolta fu inferiore solamente ai disordini di New York del 1863, avvenuti durante la Guerra di secessione americana,[1] e alla rivolta di Los Angeles del 1992. La rivolta ricevette un'ampia copertura da parte degli organi di informazione, con trasmissioni televisive dal vivo e dettagliati resoconti dai giornali e dalle riviste come Time e Life. Il Detroit Free Press vinse un Premio Pulitzer del 1968 per la copertura mediatica dell'evento.