Le scuole di avviamento professionale erano, in Italia, particolari scuole che permettevano a chi aveva conseguito la licenza elementare di continuare gli studi ottenendo una formazione verso il mondo del lavoro, o verso le scuole professionali e tecniche. La scuola secondaria di avviamento professionale fu istituita nel 1928 dal Ministro Giuseppe Belluzzo, in sostituzione dei corsi postelementari e della scuola complementare, con lo scopo di completare l'istruzione dell'obbligo e di dare una preparazione professionale generica nei vari settori dell'attività economica. Con la legge del 22 aprile 1932 n. 490 se ne dispose il riordinamento, facendovi confluire le scuole operaie di avviamento al lavoro e i corsi integrativi di avviamento professionale. Si accedeva alla scuola di avviamento con la licenza elementare o con esame di ammissione e, al termine del corso di studi triennale, si conseguiva la licenza di scuola secondaria di avviamento professionale con la quale si poteva ottenere l'iscrizione alla scuola tecnica, alla scuola professionale femminile, al corso superiore dell'Istituto d'arte o dell'istituto tecnico. La scuola di avviamento professionale fu abolita con l'istituzione della scuola media unificata per l'accesso a tutte le scuole superiori. I Consorzi Provinciali per l'Istruzione Tecnica, furono istituiti in tutto il territorio nazionale con legge 21 gennaio 1936 n. 82 con il compito di promuovere lo sviluppo e il perfezionamento dell'istruzione tecnica. Tali consorzi concorrevano al finanziamento, all'organizzazione e gestione, sia dei corsi liberi ad iniziativa privata, sia delle scuole e dei corsi di istruzione dello Stato. Il presidente del consiglio di amministrazione era nominato dal Ministero della Pubblica Istruzione. I consorzi furono soppressi, a livello nazionale, nel 1977 (D.P.R. 24 luglio 1977) dopo che le funzioni amministrative erano passate alle Regioni (D.P.R. 15 gennaio 1972 n. 10).