La seconda procedura di impeachment contro Donald Trump, 45º presidente degli Stati Uniti, è stata avviata il 13 gennaio 2021 dalla Camera dei rappresentanti, una settimana prima della scadenza del mandato presidenziale. La procedura ha preso avvio dopo l'assalto al Campidoglio: Trump è stato accusato dai democratici e anche da alcuni repubblicani di essere responsabile dell'insurrezione, benché il presidente-eletto Joe Biden ne abbia opposto l'impeachment[1]. Le accuse si basano sul discorso tenuto dallo stesso presidente alla Save America March, che contestava l'esito delle elezioni presidenziali, considerato da molti come un implicito invito ad assaltare il Campidoglio.
Si tratta del quarto impeachment nella storia statunitense e il primo che coinvolga per la seconda volta il medesimo presidente.[2][3]
Parallelamente all'impeachment, è stato invocato il 25° emendamento con 223 voti favorevoli, 205 contrari e 5 astenuti.[4] Nonostante questo il vice-presidente Mike Pence si è rifiutato di procedere con la rimozione del presidente[5].
L'11 gennaio 2021, un articolo di impeachment che accusava Trump di "incitamento all'insurrezione" contro il governo degli Stati Uniti e "azione illegale in Campidoglio" è stato presentato alla Camera dei Rappresentanti.[6]
Con dieci rappresentanti del partito repubblicano che hanno votato a sostegno dell'accusa, la risoluzione ha ricevuto 232 voti a favore e 197 contrari.[7]
Il 9 febbraio la procedura di impeachment è passata al Senato, dove 56 senatori (inclusi 6 repubblicani) hanno votato a favore della costituzionalità della messa in stato d'accusa dell'ex presidente. Il 13 febbraio Donald Trump è stato assolto dal Senato con 57 voti a favore dell'impeachment e 43 contrari. Per procedere ne sarebbero serviti 67.[8] Questa decisione perciò non escluse la possibilità per Trump di ricandidarsi alle elezioni presidenziali del 2024 a cui infatti partecipò e che vinse.[9]