Lo sfruttamento sessuale minorile (sigla internazionale CSEC-Commercial sexual exploitation of children) costituisce una forma di coercizione e violenza contro bambini e minorenni in genere, una forma contemporanea di schiavitù lavorativa a fini commerciali sessuali[1]: la dichiarazione del Congresso mondiale contro lo sfruttamento sessuale minorile, tenutosi a Stoccolma nel 1996 ha definito la CSEC come l'abuso sessuale da parte dell'adulto e remunerazione in denaro o in natura al minore o ad una terza persona. Il minore viene trattato come oggetto sessuale e al contempo anche come oggetto commerciale[2].
Lo sfruttamento sessuale minorile comprende prostituzione minorile, pornografia infantile, turismo sessuale minorile e tutte quelle altre forme di "sesso transazionale" in cui il minorenne s'impegna in attività sessuali per veder soddisfatti alcuni dei suoi bisogni fondamentali, tra cui cibo, riparo, sicurezza e acceso all'istruzione; esso comprende anche le forme di sesso commerciale in cui l'abuso sui minori non viene segnalato dai membri della famiglia a causa di benefici che gliene derivano[2].
Include inoltre, almeno potenzialmente, anche il matrimonio combinato che venga a coinvolgere persone di età inferiore ai 18 anni, tra un adulto e un minore o tra due bambini, ed in cui il minore stesso non abbia liberamente acconsentito al matrimonio.