Lo spirito dolce (in greco antico: ψιλὸν πνεῦμα?, psilòn pnèuma [p͡siː.lɔ̀n ˈpnɛ́ʊ̯̀.ma]; in greco ψιλή?, psilì; in latino spīritus lēnis) è un segno diacritico usato nella ortografia politonale. In greco antico, segna l'assenza della fricativa glottidale sorda /h/ dall'inizio di una parola.
Alcuni autori hanno interpretato che esso rappresentasse un colpo di glottide, ma una vocale finale alla fine di una parola è regolarmente elisa (rimossa) laddove la parola seguente inizia con un'altra vocale e l'elisione non avverrebbe se la seconda parola cominciasse con un colpo di glottide (o con una qualsiasi forma di consonante occlusiva). Nel suo Vox Graeca, W. Sidney Allen di conseguenza considera l'interpretazione del colpo di glottide come "altamente improbabile".[1]
Lo spirito dolce ( ᾿ ) è scritto in cima a una vocale iniziale, in cima alla seconda vocale di un dittongo, o a sinistra di una maiuscola, e anche, in certe edizioni, sulla prima di una coppia di rho. Non compariva su una ypsilon iniziale, che ha sempre uno spirito aspro (quindi il nome antico ὕ hy, anziché ὔ y).
Lo spirito dolce sopravvisse nell'ortografia politonica tradizionale alla scomparsa del suono /h/ dalla lingua nei tempi ellenistici. È stato eliminato nell'ortografia monotonica moderna.