La storia dell'Italia romana ebbe inizio con la graduale unificazione delle popolazioni italiche centro-meridionali,[1][2] che iniziò durante l'età regia di Roma (VIII secolo a.C.), completandosi con la conquista della Gallia Cisalpina, territorio corrispondente alla Pianura Padana, che avvenne tra il III e il II secolo a.C. La successiva concessione della cittadinanza romana agli abitanti dell'intera penisola italica e la formazione di una vera e propria entità statale differenziata dalle province,[3] in quanto evoluzione dell'Ager Romanus, e costituente, de iure, il territorio metropolitano della stessa Roma (composto dalle 11 regiones augustee, esente dalle imposte provinciali in quanto amministrato direttamente dal Senato Romano ed avente nome di Italia,[4] alla quale vennero aggiunte, in epoca di Diocleziano, anche le ex province repubblicane di Sicilia e Sardinia et Corsica, comprendendo così l'intera regione geografica italiana),[5] permise all'Urbe di diffondere ovunque la propria lingua, i costumi, le istituzioni e tutti gli aspetti della civiltà romana, della quale l'Italia era centro assoluto, amministrativo, politico e culturale.[2][6][7] La storia dell'Italia romana ebbe fine nel 476 d.C., con la caduta dell'Impero romano d'Occidente e l'inizio del Regnum Italiae di Odoacre.