La lingua giapponese utilizza una vasta gamma di suffissi onorifici per riferirsi alle persone, per esempio il "-san". Questi suffissi sono spesso neutri, ma alcuni vengono usati per un contesto femminile (ad esempio il "-chan") mentre altri indicano un contesto maschile (come il "-kun"). Queste onorificenze sono utilizzate come suffissi che si attaccano in fondo ai nomi delle persone e possono essere applicate per il nome o il cognome a seconda di chi si ha di fronte. Nelle situazioni in cui si usa sia il nome che il cognome, il suffisso viene sempre usato in fondo per ultimo. Mentre queste onorificenze vengono usate esclusivamente sui nomi propri, questi suffissi possono trasformarsi da nomi comuni a nomi propri se collegati tra loro. Questo può essere visto su parole come "neko-chan" che trasforma la parola neko (gatto) in un nome proprio per riferirsi unicamente a quel particolare gatto aggiungendo il titolo onorifico "-chan" col significato di "carino" o "piccolo". Queste onorificenze vengono usate spesso in combinazione con i suffissi parlati come ad esempio il Keigo che si trova nella coniugazione dei verbi.