Il Sultanato selgiuchide (in turco: Büyük Selçuklu Devleti (Grande Stato Selgiuchide); in persiano: دولت سلجوقیان; in arabo: الدولة السلجوقية), o Grandi Selgiuchidi[1], fu un grande impero medievale musulmano sunnita originato dal ramo Qynyq dei Turchi Oghuz, dominato dalla dinastia selgiuchide, esteso dall'Hindu Kush all'Anatolia e dall'Asia centrale al Golfo Persico nei secoli XI e XII. Dalla loro terra natale presso il lago d'Aral, i Selgiuchidi avanzarono prima sul Khorasan e poi sulla Persia prima di conquistare infine l'Anatolia orientale. Il loro impero era il più vasto del suo tempo, con una superficie di 3,9-4 milioni di km² all’apice.
Il Sultanato selgiuchide fu governato dapprima da Toghrul Beg dal 1037, dopo gli sforzi del fondatore della Dinastia selgiuchide Seljuk nel primo quarto dell'XI secolo. Il padre di Seljuk aveva una posizione preminente nello stato Oghuz Yagbu e diede il suo nome sia all'impero sia alla dinastia. I Selgiuchidi unirono gran parte del frammentato scenario politico del mondo islamico orientale e giocarono un ruolo chiave nella prima e seconda crociata. Fortemente persianizzati nella cultura e nella lingua, i Selgiuchidi ebbero un ruolo importante anche nello sviluppo della tradizione turco-persiana, esportando la cultura persiana in Anatolia. Il sultanato era governato come una sorta di confederazione di principi, gli atabeg, nominalmente sottomessi ai sultani e al Gran Sultano o Shah.