I Tre Regni (Union of the Crowns; gaelico scozzese: Aonadh nan Crùintean, letteralmente "unione delle corone") furono l'unione costituzionale di tutte le Isole britanniche (Inghilterra, Scozia e Irlanda) sotto un unico re ed un unico parlamento. L'Irlanda poté qualificarsi a livello di regno quando Enrico VIII la elevò dal rango di signoria che rivestiva in precedenza a quello appunto di stato sovrano nel 1542. La Scozia rimase un regno alla pari dell'Inghilterra sino a quando re Giacomo VI non ascese anche al trono d'Inghilterra ed a quello d'Irlanda. A partire dal 24 marzo 1603, dunque, tutti e tre i regni si trovarono sotto un unico sovrano. Dal 1776 la confederazione dei Tre Regni britannici divenne un modello per l'unione consanguinea delle Tredici colonie americane. I Tre Regni vennero dissolti quando l'Irlanda proclamò la propria indipendenza nel 1922.
L'unione dei Tre Regni si originò con la morte di Elisabetta I d'Inghilterra, l'ultima monarca della dinastia Tudor,[1] che era cugina di primo grado di re Giacomo VI di Scozia e che non aveva avuto eredi.
L'unione era considerata un'unione personale e dinastica, con la corona di Scozia che rimase distinta e separata malgrado gli sforzi di Giacomo VI nel voler creare il nuovo "trono di Gran Bretagna". Inghilterra e Scozia continuarono ad essere stati sovrani, condividendo il sovrano con l'Irlanda (con un interregno dal 1649 al 1660 per via del Commonwealth di Oliver Cromwell ed il Protettorato), sino agli Acts of Union del 1707 durante il regno dell'ultima regina Stuart, Anna.[2]