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Troviero

Il trovatore Guillem de Cabestany

Troviero è il termine con cui sono indicati i poeti in lingua d'oïl corrispondenti ai trovatori della poesia provenzale[1][2]. I trovieri – tra i quali il primo di cui si abbia notizia, Chrétien de Troyes (fl. 1160/1170 - 1180/1190)[3] – continuano a prosperare fino al 1300. Di loro ci sono pervenuti circa 2130 componimenti, dei quali, almeno due terzi comprensivi di melodie.

L'immagine popolare del trovatore o del troviero è quella del musico itinerante, liuto in spalla, che vagabonda di città in città. Tali personaggi sono esistiti, ma erano chiamati giullari e menestrelli — musici poveri, uomini e donne, ai margini della società- I trovatori e trovieri, invece, rappresentano i facitori di musica aristocratica,[4] poeti e compositori sostenuti e protetti dall'aristocrazia o, molto spesso, erano loro stessi aristocratici, per cui la creazione e l'esecuzione musicale era parte della tradizione cortese. Nel loro novero possiamo trovare re, regine e contesse. I testi di queste canzoni sono un riflesso naturale della società che li ha creati e spesso ruotano intorno alla trattazione idealizzata dell'amor cortese ("fine amors", vedi grand chant) e alla devozione.

  1. ^ trovièro in Vocabolario, su treccani.it. URL consultato il 10 maggio 2018.
  2. ^ isabella vari, i trovieri, in a lucca, il 31 marzo 2018.
  3. ^ Butterfield, 1997
  4. ^ In effetti, più che una netta distinzione, le vidas e le razós suggerirebbero una considerevole sovrapposizione tra joglars/jongleurs e troubadours/trouvères

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