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Valli occitane

Valli occitane, Italia
A. Comuni che hanno deliberato la loro appartenenza alla minoranza linguistica occitana.[1]
B. Comuni che hanno deliberato l'appartenenza frazionale alla minoranza linguistica occitana.[1]
C. Comuni che non hanno deliberato la loro appartenenza alla minoranza linguistica occitana.
D. Comuni delle valli che hanno deliberato la loro appartenenza alla minoranza linguistica francoprovenzale.[2]
E. Comuni che hanno deliberato la loro appartenenza alla minoranza linguistica francese.[3]
Altre frontiere
F. Comuni del Marchesato di Dolceacqua ed altre dipendenze della Contea di Nizza.[4]
G. Limite delle Valli occitane.[5]
H. Limite della lingua occitana secondo l’IRES Piemonte, dov'è diversa.[6]
I. Limite della lingua occitana secondo l’IEO, dov'è diversa.[7]
J. Limite nord dell’area linguistica brigasca-roiasca.
K. Limite approssimativo della lingua occitana.
L. Limite approssimativo della lingua occitana antica.[8]
M. Limite della Contea di Nizza.
N. Limite del dipartimento delle Alpi Marittime (1793-1814).
O. Limite dell'antica provincia di Nizza (1859-1860).
P. Limite orientale dell'area non-dittongante[9]
Q. Limite orientale de /bew/ vs /biw/[9]

Le Valli occitane (Valadas Occitanas in occitano, Valade ossitan-e in piemontese) sono una serie di vallate piemontesi, dove vi sono parlate autoctone di vivaro-alpino, ascritte dunque alla lingua occitana. Secondo i linguisti, esse si trovano nella città metropolitana di Torino e nelle province di Cuneo e di Imperia.

La descrizione di tali valli è duplice: quella risultante dalla legge 482 del 1999 è basata sulle auto-dichiarazioni dei consigli comunali, mentre da alcune fonti scientifiche emerge un quadro ben diverso, frutto di ricerche linguistiche sul campo dall'Ottocento al Novecento.

Secondo le statistiche dell'Ires Piemonte, l'occitano vivaro-alpino o provenzale alpino è oggi conosciuto dal 49,4% della popolazione delle valli, così come definite dalla legge 482/99. Tale numero è risultato da un sondaggio telefonico in lingua italiana, quindi non è stato misurato l'effettivo livello di competenza linguistica provenzale. Tutti i valligiani conoscono comunque l'italiano e, secondo lo stesso sondaggio, il 65,1% di essi parla anche il piemontese.[10] Molti canali radiofonici locali hanno programmi in occitano . Tra le radio che trasmettono quasi interamente in occitano ci sono Radio Lenga d'Òc, Radio Occitania e Radio Albiges, tutte in territorio francese, ma con trasmissione anche in podcast. Radio Occitania è una radio associativa tolosana creata nel 1981 per diffondere la cultura occitana [11] a seguito della legalizzazione da parte di François Mitterrand delle radio libere. Partecipa alla promozione della lingua e della cultura occitana.

  1. ^ a b Regione Piemonte, "La minoranza linguistica occitana" Archiviato il 22 agosto 2015 in Internet Archive..
  2. ^ Regione Piemonte, "La minoranza linguistica francoprovenzale" Archiviato il 13 maggio 2018 in Internet Archive..
  3. ^ Regione Piemonte, "La minoranza linguistica francese" Archiviato il 14 maggio 2018 in Internet Archive..
  4. ^ Girolamo Rossi. Storia del marchesato di Dolceacqua e dei comuni di Pigna e Castelfranco. Oneglia: Tipografia di Giovanni Grilini. 1862. Leggere in linea.
  5. ^ Atlante delle Minoranze Linguistiche del Piemonte e della Provincia di Imperia.
  6. ^ Enrico Allasino, Consuelo Ferrier, Sergio Scamuzzi, Tullio Telmon. Le lingue del Piemonte.
  7. ^ Institut d'estudis occitans. "Comunas occitanas d'Itàlia", Luòcs.
  8. ^ Ernst Hirsch. Provenzalische Mundarttexte aus Piemont. Tübingen: Niemeyer Max Verlag GmbH, 1978.
  9. ^ a b Franco Bronzat. "Lingua “valdese” e occitano alpino: parentele morfo-fonetiche e lessicali". Bolletino della Società di Studi Valdesi. N°197. Dicembre 2005. pp 69-112.
  10. ^ Istituto di Ricerche Economico Sociale del Piemonte (2007): Le lingue del Piemonte. (Collana di Ricerche, 113). accesso 11 giugno 2011.
  11. ^ http://www.radio-occitania.com/frindex. html

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