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Vallo Ligure

Vallo Ligure
Scorcio delle postazioni da 152/45 della Batteria Dante De Lutti, La Spezia
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Stato attualeItalia (bandiera) Italia
RegioneLiguria
Informazioni generali
TipoLinea fortificata
CostruzioneLa costruzione della maggior parte delle strutture avvenne nei primi anni del '900 fino al 1943, quando i tedeschi assunsero il controllo e adeguarono le postazioni.-1945
CostruttoreOrganizzazione Todt
MaterialeCalcestruzzo e acciaio.
Condizione attualeIn stato di abbandono, salvo alcune opere restaurate con altra destinazione d'uso.
VisitabileLa visita comporta rischi più o meno gravi a seconda del loro stato.
Informazioni militari
UtilizzatoreRegia Marina Germania (bandiera) Germania
Italia (bandiera) Repubblica Sociale Italiana
Funzione strategicaDifesa del golfo di Genova
Termine funzione strategica1945
Fonti citate nel corpo del testo.
voci di architetture militari presenti su Wikipedia

Per Vallo ligure si intende quel sistema difensivo allestito dalle forze di occupazione tedesche lungo le coste della Liguria, per contrastare il pericolo di uno sbarco alleato sulle coste liguri.

Le truppe occupanti, coadiuvate dal lavoro edilizio dell'organizzazione Todt e in collaborazione con specialisti dell'Ansaldo della OTO Melara e dell'Arsenale militare marittimo della Spezia, allestirono nuove batterie costiere utilizzando l'abbondante numero di pezzi campali catturati al Regio Esercito dopo l'8 settembre 1943, e rimisero in efficienza le batterie italiane sabotate dalla Milmart al momento della resa[1].

Nel contempo i tedeschi migliorarono la protezione delle batterie costiere con la realizzazione di coperture a forma di guscio di tartaruga in cemento armato edificate sopra le piazzole e in grado di proteggere i serventi e i pezzi dalle incursioni aeree. Esempi di questo lavoro di adeguamento sono visibili nelle batterie Dante De Lutti a Bocca di Magra, Gregorio Ronca sull'isola del Tino, e nelle batterie a protezione del capoluogo ligure; Monte Moro, Punta Chiappa e Mameli[1]. Tale vallo proseguiva in Francia mediante il vallo Mediterraneo.

  1. ^ a b Faggioni, p. 69.

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