Volo Aloha Airlines 243 | |
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Una vista laterale del 737 dopo l'atterraggio | |
Tipo di evento | Incidente |
Data | 28 aprile 1988 |
Tipo | Decompressione esplosiva causata da affaticamento del metallo |
Luogo | Vicino all'isola di Maui, Hawaii |
Stato | Stati Uniti |
Coordinate | 20°53′55″N 156°25′49″W |
Tipo di aeromobile | Boeing 737-297 |
Nome dell'aeromobile | Queen Liliuokalani |
Operatore | Aloha Airlines |
Numero di registrazione | N73711 |
Partenza | Aeroporto Internazionale di Hilo, Hilo, Hawaii (USA) |
Destinazione | Aeroporto Internazionale di Honolulu, Honolulu, Hawaii (USA) |
Occupanti | 95 |
Passeggeri | 90 |
Equipaggio | 5 |
Vittime | 1 |
Feriti | 65 |
Sopravvissuti | 94 |
Mappa di localizzazione | |
Dati estratti da Aviation Safety Network[1] | |
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Il volo Aloha Airlines 243 era un volo di linea passeggeri della Aloha Airlines tra le città di Hilo e Honolulu nelle Hawaii, Stati Uniti d'America. Il 28 aprile 1988 un Boeing 737-200 che operava il volo subì ingenti danni in seguito a una decompressione esplosiva avvenuta mentre si trovava alla quota di 24 000 piedi (7 300 m), scoperchiandosi per un quarto della sua lunghezza. Nonostante ciò, i piloti furono in grado di atterrare in sicurezza all'aeroporto di Kahului di Maui. L'unica vittima fu l'assistente di volo Clarabelle Lansing, risucchiata fuori dal velivolo attraverso l'enorme apertura creatasi nella fusoliera, il cui corpo non fu mai ritrovato; i feriti, alcuni gravi, furono 65.[1]
Nel rapporto di indagine sull'incidente del National Transportation Safety Board venne attribuita la responsabilità a un inefficiente programma di manutenzione, che non mise in evidenza la presenza di vistosi fenomeni corrosivi in corrispondenza della fusoliera; tale corrosione in ambiente salino (la Aloha Airlines collegava con viaggi molto brevi le varie isole dell'arcipelago delle Hawaii), data la durata dei voli molto breve e con decolli e atterraggi molto frequenti, fu aggravata dall'elevata frequenza di pressurizzazioni e depressurizzazioni della fusoliera, con conseguente sollecitazione a fatica. L'evento fu un'importante occasione di riesame dei criteri di ispezione e manutenzione degli aeromobili, fino ad allora basati su parametri di verifica in base alle ore di volo effettuate.[2]