Assedio di Ancona (1860)

Assedio di Ancona
parte della campagna piemontese in Italia centrale
Bombardamento del Forte della Lanterna
Data24-29 settembre 1860
LuogoAncona, Italia
EsitoVittoria delle truppe sabaude
Schieramenti
Comandanti
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L'assedio di Ancona del 1860 fu un episodio militare legato alla Campagna piemontese in Italia centrale che ebbe luogo tra il 24 e il 29 settembre 1860. Centro nevralgico per la difesa dello Stato pontificio, Ancona costituì il luogo dell'ultima difesa delle truppe del generale de Lamoricière sconfitte nella battaglia di Castelfidardo.[1]

Bloccata via mare dalla flotta piemontese comandata dall'ammiraglio Persano sin dal 20 settembre, la città (e in particolar modo la Cittadella e le altre strutture militari) fu sin dai primi giorni obiettivo dell'artiglieria sabauda; contemporaneamente veniva avviato l'accerchiamento da parte delle truppe di terra.
Il 24 settembre Ancona era completamente circondata dalle armate del generale Fanti. Dopo alcuni giorni di scaramucce, il 28 settembre le truppe piemontesi attaccano via terra e via mare, sottoponendo il Forte della Lanterna a un pesante bombardamento.[2]

L'assedio si concluse il 29 settembre con la firma della resa senza condizioni da parte della guarnigione. La presa di Ancona da parte delle forze sarde portò all'unificazione delle Marche e dell'Umbria, fatto che a sua volta permise di collegare le regioni del Nord entrate nel Regno in seguito alla Seconda guerra d'indipendenza con quelle del Sud appena conquistate da Garibaldi con l'Impresa dei Mille. L'anno successivo, 1861, fu così possibile la proclamazione del Regno d'Italia[3].

  1. ^ L'ultima difesa pontificia di Ancona, su books.google.it.
  2. ^ L'Assedio di Ancona, su isedicifortidiancona.com.
  3. ^ Massimo Coltrinari, L'ultima difesa pontificia di Ancona, su books.google.it.

Assedio di Ancona (1860)

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