Assedio di Siracusa parte delle guerre greco-puniche | |||
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Assedio di Siracusa del 397 a.C. | |||
Data | Estate 397 a.C. - estate 396 a.C. | ||
Luogo | Siracusa | ||
Esito | Vittoria di Siracusa | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
Effettivi | |||
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Perdite | |||
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L'assedio di Siracusa del 397 a.C. fu il primo dei quattro infruttuosi assedi condotti dai Cartaginesi contro la polis greca di Siracusa dal 397 al 278 a.C.
Come rappresaglia dell'assedio di Mozia da parte del tiranno di Siracusa Dionisio I, il generale cartaginese Imilcone II condusse le sue forze in Sicilia. Dopo aver ripreso Mozia e fondato Lilibeo, Imilcone saccheggiò Messana, per poi porre sotto assedio Siracusa nell'autunno del 397 a.C. dopo aver sconfitto le flotte greche nella battaglia di Catania.
I Cartaginesi seguirono lo stesso metodo usato dagli Ateniesi nella [[[battaglia di Siracusa]] del 415 a.C., riuscendo con successo a isolare la città. Tuttavia, nell'estate del 396 dilagò una pestilenza nel campo cartaginese, responsabile della morte di un gran numero di soldati. Ciò permise a Dionisio di lanciare un contrattacco combinato via terra e via mare che sbaragliò i Cartaginesi.
Le truppe libiche rimaste sul campo furono catturate e rese schiave, mentre gli Iberici presenti si unirono a Dioniso. Egli cominciò così a espandere i suoi domini, mentre i Cartaginesi, indeboliti dall'epidemia diffusasi nel loro accampamento, rinunciarono a intraprendere qualunque operazione di contrasto della città greca fino al 393.