Attentato di Sarajevo attentato | |
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L'attentato di Sarajevo in un'illustrazione di Achille Beltrame per La Domenica del Corriere | |
Tipo | Agguato armato |
Data | 28 giugno 1914 10:30 |
Luogo | Sarajevo |
Stato | Austria-Ungheria |
Coordinate | 43°51′28.5″N 18°25′43.9″E |
Obiettivo | Francesco Ferdinando d'Asburgo |
Responsabili | Gavrilo Princip |
Motivazione | La visita dell'arciduca nella città di Sarajevo rappresentò l'occasione per i nazionalisti della Crna ruka (Mano nera) di palesare le proprie ambizioni indipendentiste nei confronti dell'Impero austro-ungarico. Il gruppo si affidò quindi ad alcuni giovani membri della Mlada Bosna (Giovane Bosnia) per l'esecuzione dell'attentato. |
Conseguenze | |
Morti | 2, Francesco Ferdinando e Sofia |
Feriti | ? |
L'attentato di Sarajevo (in tedesco Attentat von Sarajevo; in serbo-croato Сарајевски атентат?, Sarajevski atentat) fu un omicidio politico compiuto a Sarajevo, all'epoca facente parte dell'impero austro-ungarico, il 28 giugno 1914. Ne furono vittime l'erede al trono dell'impero, Francesco Ferdinando d'Asburgo, e sua moglie Sofia, uccisi dal nazionalista serbo-bosniaco Gavrilo Princip durante una visita ufficiale in città della coppia reale. Tale atto è convenzionalmente ritenuto come il casus belli a seguito del quale il governo imperiale di Vienna diede formalmente inizio alla prima guerra mondiale.
In quel giorno di solenni celebrazioni in onore di San Vito e festa nazionale serba, Francesco Ferdinando e Sofia furono colpiti a morte mentre percorrevano in automobile le strade di Sarajevo in mezzo a due ali di folla, dalla quale furono sparati due colpi di pistola esplosi dall'attentatore Gavrilo Princip, giovane membro del gruppo paramilitare Mlada Bosna (Giovane Bosnia). Nei mesi precedenti all'attentato, Princip venne a contatto con il gruppo terroristico ultranazionalista Crna ruka (Mano nera), che mirava all'autonomia della Bosnia dal giogo austriaco, per diventare parte integrante del Regno di Serbia, e con questa organizzazione pianificò l'attentato[1]. L'arciduca e la consorte, prima di essere uccisi, scamparono a un primo attentato dinamitardo compiuto da alcuni complici di Princip, i quali mancarono il bersaglio e ferirono due ufficiali a bordo della macchina a seguito dell'arciduca. Accertatosi delle condizioni di salute dei feriti ricoverati in ospedale, Francesco Ferdinando proseguì la visita lungo la via principale parallela al fiume che attraversa la città, lungo il quale Princip ebbe l'occasione di portare a termine il compito prefissatosi[2]. Tuttavia non vi è assoluta certezza circa lo svolgimento esatto degli eventi principalmente a causa delle incongruenze nei racconti dei testimoni[1].
Appena un mese dopo l'uccisione della coppia, il 28 luglio l'Austria-Ungheria dichiarò guerra alla Serbia[2], dando il via ad un conflitto senza precedenti nella storia, che avrebbe richiesto la mobilitazione di oltre 70 milioni di uomini e la morte di oltre 9 milioni di soldati e almeno 5 milioni di civili[3].