Caltanissetta comune | |
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Panorama della città dalla cima del monte San Giuliano | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Sicilia |
Libero consorzio comunale | Caltanissetta |
Amministrazione | |
Sindaco | Walter Tesauro (FI) dal 25-6-2024 |
Territorio | |
Coordinate | 37°29′29.3″N 14°03′44.8″E |
Altitudine | 568 m s.l.m. |
Superficie | 421,25 km² |
Abitanti | 58 245[1] (30-4-2024) |
Densità | 138,27 ab./km² |
Frazioni | si veda la sezione "Frazioni" |
Comuni confinanti | Canicattì (AG), Delia, Enna (EN), Marianopoli, Mazzarino, Mussomeli, Naro (AG), Petralia Sottana (PA), Pietraperzia (EN), San Cataldo, Santa Caterina Villarmosa, Serradifalco, Sommatino |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 93100 |
Prefisso | 0934 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 085004 |
Cod. catastale | B429 |
Targa | CL |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona D, 1 550 GG[3] |
Nome abitanti | nisseni |
Patrono | san Michele Arcangelo, il Cristo Nero (Signore della Città) |
Giorno festivo | 29 settembre |
Cartografia | |
Posizione del comune di Caltanissetta nel suo libero consorzio comunale | |
Sito istituzionale | |
Caltanissetta (Cartanissètta in siciliano[4]) è un comune italiano di 58 245 abitanti[1], capoluogo dell'omonimo libero consorzio comunale in Sicilia.
I primi ad abitare il territorio circostante furono i Sicani, che si stanziarono in diversi villaggi a partire dal XIX secolo a.C., ma l'odierna città fu fondata verosimilmente nel X secolo durante il periodo islamico in Sicilia, quando probabilmente nacque il toponimo "Caltanissetta", sebbene siano state formulate nel tempo anche ipotesi alternative. Trasformata in feudo dai Normanni, dopo varie vicissitudini passò nel 1405 sotto il dominio dei Moncada di Paternò, che furono i titolari della contea di Caltanissetta fino al 1812; della nobile famiglia rimane il secentesco Palazzo Moncada, in stile barocco.
A partire dall'Ottocento conobbe un notevole sviluppo industriale grazie alla presenza di vasti giacimenti di zolfo, che la resero un importante centro estrattivo; l'importanza che rivestì nel settore solfifero le valse l'appellativo di "capitale mondiale dello zolfo",[5] e nel 1862 vi fu aperto il primo istituto minerario d'Italia.[6] Negli anni trenta visse un periodo di fermento culturale, nonostante le censure del fascismo, tanto che Leonardo Sciascia la definì una "piccola Atene".[7] Nel secondo dopoguerra il settore estrattivo entrò in crisi e con esso tutta l'economia del territorio, che oggi si basa prevalentemente sul settore terziario.