Cintura del cotone (in inglese: Cotton Belt) è un termine utilizzato per indicare una regione degli Stati Uniti meridionali in cui il cotone è stato la predominante coltura da reddito dalla fine del XVIII secolo fino al XX secolo.[1]
Prima dell'invenzione della sgranatrice di cotone nel 1793, la produzione di cotone era limitata alle aree pianeggianti costiere della Carolina del Sud e della Georgia,[1] e, in scala minore, lungo il fiume Mississippi.[2] Dopo il 1793 il Distretto di Natchez divenne rapidamente la principale regione per la produzione del cotone. I coltivatori di Natchez svilupparono nuovi ibridi della pianta del cotone e un sistema meccanizzato che alimentò la diffusione del sistema di coltivazione del cotone in tutto il Vecchio Sudest.[2][3]
A metà del XIX secolo la cintura del cotone si estendeva dal Maryland al Texas orientale. La produzione di cotone più intensiva avveniva in Georgia, Tennessee, Alabama, Arkansas e Mississippi, nonché in parte di Florida, Louisiana e Texas. L'alta produttività dipendeva dal sistema delle piantagioni e dallo schiavismo, combinati con la fertilità del terreno e un clima favorevole.[4] Dopo la guerra civile, la mezzadria sostituì lo schiavismo come principale fonte di lavoro.[4] La produzione di cotone nella regione declinò nel XX secolo a causa dell'impoverimento del suolo, dell'antonomo del cotone (in inglese: boll weevil) e dei cambiamenti sociali avvenuti nella regione.[1][4] Il cotone è ancora coltivato in alcune parti della regione, ma i terreni agricoli sono attualmente destinati principalmente a colture quali mais, grano, soia e arachidi, all'allevamento del bestiame e alla produzione commerciale di legname.[1] Anche il riso è diventato una coltura agricola molto preziosa in Arkansas, Louisiana e Texas.