Circolare 3C

Il generale d'armata Mario Roatta, autore della circolare 3C

La circolare 3C fu una direttiva emanata il 1º marzo 1942 dal Comando superiore delle forze armate in Slovenia e Dalmazia ("Supersloda") a firma del generale d'armata Mario Roatta; distribuita a livello di battaglione e di reparto, questa circolare era in diretta relazione con il decreto emanato da Benito Mussolini in gennaio che regolava «i rapporti tra le autorità militari e quelle civili in materia di sicurezza e ordine pubblico» nei territori occupati dalla 2ª Armata in Jugoslavia[1].

Il tono della premessa fu chiaro fin da subito: il «trattamento da fare ai ribelli non deve essere sintetizzato nella formula "dente per dente", bensì da quella "testa per dente!"». Si voleva quindi regolare l'atteggiamento che le truppe italiane dovevano mantenere nei confronti della resistenza jugoslava e della popolazione civile dei territori occupati, accogliendo esplicitamente il principio di correità della popolazione residente in un'area di attività partigiana e assumendo come metodo la politica del terrore contro i civili, ordinando rappresaglie, deportazioni, confische, catture di ostaggi e fucilazioni sommarie[2][3]. A questa circolare fece seguito un bando emanato dallo stesso Roatta il 24 aprile 1942, in cui venivano autorizzate le rappresaglie sugli ostaggi in caso di attentati i cui autori fossero rimasti ignoti[4].

  1. ^ Rossi-Giusti, pp. 59-60.
  2. ^ Gobetti, p. 81.
  3. ^ Borgomaneri, p. 71.
  4. ^ Rossi-Giusti, p. 60.

Circolare 3C

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