Classe Fubuki | |
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Il capoclasse Fubuki, 1936 | |
Descrizione generale | |
Tipo | Cacciatorpediniere |
Numero unità | 20 |
Proprietà | Marina imperiale giapponese |
Ordine | 1923, 1926 e 1927 |
Cantiere | Tokyo (ditte Uraga e Ishikawajima) Maizuru Osaka (ditta Fujinagata) Sasebo Yokohama |
Impostazione | 1926-1930 |
Varo | 1927-1931 |
Completamento | 1928-1932 |
Radiazione | 1945 |
Destino finale | 19 unità affondate, 1 demolita nel dopoguerra |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento | ~ 1978 t A pieno carico: 2090 t |
Lunghezza | 118,41 m |
Larghezza | 10,36 m |
Pescaggio | 3,2 m |
Propulsione | 4 caldaie Kampon e 2 turbine a ingranaggi a vapore Kampon; 2 alberi motore con elica (50000 shp) |
Velocità | 35 nodi (64,82 km/h) |
Autonomia | |
Equipaggio | 197 (ufficiali, sottufficiali, marinai) |
Armamento | |
Armamento |
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Note | |
Dati riferiti all'entrata in servizio | |
Fonti citate nel corpo del testo | |
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La classe Fubuki (吹雪型駆逐艦?, Fubukigata kuchikukan), indicata dall'Impero giapponese anche come Tipo speciale (特型?, Tokugata), era formata da venti cacciatorpediniere di squadra. Armate con sei pezzi da 127 mm in torrette chiuse, nove tubi lanciasiluri da 610 mm e spinte da potenti macchine, queste unità rappresentarono un notevole passo in avanti e rivoluzionarono il concetto di cacciatorpediniere in tutto il mondo come nave eminentemente offensiva. Tuttavia, a dispetto dell'apparenza massiccia, la classe soffrì di problemi di stabilità a causa della concentrazione di armi e munizioni su uno scafo dal dislocamento relativamente contenuto, oltreché per gli incipienti pesi in alto. Dopo alcuni gravi incidenti in mare, tutte le navi furono ampiamente irrobustite e modificate tra 1935 e 1938.
Al momento dell'inizio delle ostilità nel Pacifico i Fubuki formavano le divisioni 7ª, 11ª, 12ª, 19ª e 20ª, eccettuati il Miyuki (perduto nel 1934), l'Usugumo, in riparazione per gravi danni arrecati da una mina nel teatro di guerra cinese, e infine l'Oboro, assegnato a guardia delle portaerei Shokaku e Zuikaku. I Fubuki confermarono le aspettative e contribuirono alla serie di grandi vittorie tra il dicembre 1941 e il maggio 1942, combattendo nella battaglia del Mare di Giava e in altri scontri minori; gli unici due esemplari perduti furono da ascriversi all'azione di un idrovolante (Shinonome) e di un sommergibile olandesi (Sagiri). In seguito alla battuta d'arresto segnata dalla battaglia delle Midway d'inizio giugno 1942, i Fubuki furono pesantemente coinvolti nella campagna di Guadalcanal e cominciarono a dimostrare difetti: uno su tutti la carente contraerea di bordo, quindi la mancanza di radar efficienti e la modesta capacità di contrasto ai sommergibili. La campagna provocò la distruzione di alcune unità, compresa la capoclasse Fubuki affondata nella battaglia di Capo Speranza nell'ottobre 1942.
Dall'inizio del 1943 gli esemplari superstiti, che cominciavano a cedere i posti in prima linea a classi più moderne e purtuttavia nate sulla falsariga dello stesso progetto, iniziarono a incrementare l'equipaggiamento antiaereo e antisommergibile e selezionate navi ebbero anche apparati radar, per lo più nel 1944. Ciononostante i cacciatorpediniere continuarono a essere vittima dei battelli sottomarini e dell'attiva aeronautica statunitense (imbarcata, dei marine, basata a terra), e neppure la profusione di cannoni e mitragliatrici servì a contenere le perdite. Nel 1944, ormai demandati a compiti di scorta e pattugliamento nelle retrovie, i Fubuki parteciparono solo marginalmente alle ultime disperate battaglie e furono falcidiati da velivoli e sommergibili nemici. Solamente l'Ushio, malridotto da un'incursione aerea a Manila e trainato in Giappone, si trovava ancora a galla al momento della resa dell'Impero nipponico. Fu demolito nel 1948.