Classe Spica | |
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La capoclasse Spica | |
Descrizione generale | |
Tipo | torpediniera |
Numero unità | 32 |
Varo | 1934-37 |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento | 630 |
Stazza lorda | 901 tsl |
Lunghezza | 80,3 m |
Larghezza | 8,2 m |
Pescaggio | 2,82 m |
Propulsione | 2 caldaie 2 Gruppi di turbine a vapore 2 eliche Potenza: 19.000hp |
Velocità | 34 nodi (62,97 km/h) |
Autonomia | 1 728 miglia a 16 nodi (3 200 km a 29,63 km/h) |
Equipaggio | 6 ufficiali 99 sottufficiali e comuni |
Armamento | |
Artiglieria |
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Siluri | 4 tubi lanciasiluri da 450mm |
Altro | mine e cariche di profondità |
Note | |
Le caratteristiche si riferiscono alle prime unità | |
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Le torpediniere classe Spica sono state delle torpediniere veloci e di successo, realizzate per la Regia Marina, ma anche per l'esportazione in Svezia. Queste navi sono state costruite in un numero cospicuo di unità in conseguenza del Trattato navale di Washington che permetteva la fabbricazione di un numero illimitato di unità per le imbarcazioni aventi un dislocamento inferiore a 600 tonnellate.
Il progetto della classe Spica, con nomi di costellazioni, nacque per dare un degno sostituto a molte vecchie navi classificate come cacciatorpediniere, residue del conflitto precedente e ancora in servizio, ma essenzialmente con compiti di seconda linea.
Il progetto, che seguì dopo più di vent'anni l'ordinazione della prima serie di torpediniere tipo “PN”, era molto ispirato da quello del miglior modello di cacciatorpediniere dell'epoca della Regia Marina, ovvero la Classe Maestrale. La nave aveva un solo locale macchine e quindi un fumaiolo più piccolo di quello delle più grandi 'sorelle'.
Lo scafo sembrava assai robusto e aggressivo, in verità era piuttosto ridotta la tenuta al mare, come anche l'autonomia.
L'armamento principale era costituito da 3 cannoni da OTO 100/47 Mod. 1931 in impianti singoli da 16 km di gittata, ma con una cadenza di soli 8 colpi al minuto, con un alzo di 45° che non consentiva un uso contraereo efficace ed erano predisposti uno a prua e due a poppa.
L'armamento antiaereo era costituito da otto mitragliere da 13,2mm in quattro impianti binati Breda Mod. 31, sostituite parzialmente poi con mitragliere da Breda 20/65 Mod. 1935 binate durante lavori di ammodernamento svolti tra il 1939 e il 1941 durante i normali cicli di manutenzione. Tra il 1942 ed il 1943 sulle unità superstiti l'ultimo impianto binato da 13,2 mm venne sostituito con quattro impianti singoli Scotti-Isotta-Fraschini 20/70.
I siluri, almeno sulle prime unità, non avevano la possibilità di essere usati tutti contro lo stesso bersaglio e come se non bastasse, erano da 450mm, calibro ridotto per testata (110 kg) e portata.
Vi erano lanciabombe e tramogge per bombe di profondità, con due lanciabombe laterali e due tramogge a poppa, nonché predisposizione per 20 mine. Non vi erano però sonar e radar.
Dopo lo scoppio del conflitto i 2 lanciabombe originali vennero sostituito con 2/4 lanciabombe pirici tedeschi dotati di una celerità di tiro molto maggiore e molte unità furono anche dotate di ecogoniometro di fabbricazione tedesca o italiana; le modifiche appesantirono però le unità e questo fatto unito all'usura, dovuta ad un impiego pressoché continuo, portò ad un calo della velocità massima, con alcune unità che nel 1943 raggiungevano a fatica la velocità di 26 nodi.
Il principale problema di queste unità era il poco spazio disponibile per l'equipaggio, acuito nelle lunghe missioni di scorta, in luogo delle brevi missioni di pattugliamento notturno per cui erano state inizialmente progettate.