Conquista islamica dell'Egitto

Conquista islamica dell'Egitto
parte delle guerre di conquista musulmane e delle Guerre arabo-bizantine
Le rovine abbandonate da circa mezzo secolo (circa 650 d.C.) del Tempio di Karnak, subito dopo la conquista araba.
Data641 - 654
LuogoEgitto, Nord Africa
EsitoVittoria musulmana
Modifiche territorialiEgitto annesso al Califfato dei Rashidun arabo-islamico
Schieramenti
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Al tempo della conquista islamica dell'Egitto, questo faceva parte dell'Impero romano d'Oriente (anche detto Impero bizantino). Tuttavia, era stato occupato appena un decennio prima dalla Persia sasanide sotto Cosroe II (616-629) anche se poi l'Imperatore d'Oriente Eraclio era riuscito a liberare l'Egitto dagli invasori persiani.

L'Egitto cristiano all'epoca era diviso dal punto di vista religioso. Mentre i Bizantini sostenevano il duofisismo, secondo cui Gesù aveva due nature, una divina e una umana, in Egitto prevaleva il monofisismo, che sosteneva che Gesù aveva una sola natura: la parte divina e quella umana erano inseparabilmente unite. Sebbene il Concilio di Calcedonia, tenutosi nel 451, si fosse espresso a favore del duofisismo, l'Egitto era rimasto monofisita. Di conseguenza quando Eraclio riuscì a cacciare i Persiani dall'Egitto nel 629, egli iniziò a perseguitare i Copti che considerava, erroneamente, monofisiti, espellendo il loro patriarca.

Mentre in Egitto le controversie religiose continuavano, un esercito di circa 4 000 Arabi, condotti da ʿAmr b. al-ʿĀṣ, venne spedito dal Califfo ʿUmar b. al-Khaṭṭāb per diffondere l'Islam nella terra degli antichi faraoni. Gli Arabi giunsero in Egitto dalla Palestina nel dicembre 639 e avanzarono rapidamente fino a raggiungere il delta del Nilo. Le guarnigioni imperiali si ritirarono nelle città fortificate dove resistettero con successo per un anno o forse più; ma gli Arabi ottennero rinforzi e altri 5 000 soldati arrivarono in Egitto nel 640. Sconfissero quindi i Bizantini nella battaglia di Eliopoli. ʿAmr si diresse poi in direzione di Alessandria, che si arrese grazie a un accordo, firmato l'8 novembre 641. Sembra che i Tebaidi si arresero senza opporre resistenza in cambio di numerose concessioni.

L'Età dei Califfi

     Sotto il Profeta Maometto, 622-632

     Sotto il Califfato dei Rāshidūn, 632-661

     Sotto il Califfato omayyade, 661-750

La facilità con cui l'Egitto venne conquistato dagli Arabi viene spesso attribuita dagli storici al tradimento di Ciro,[1], l'arabo Muqawqis, che era il Patriarca di Alessandria melchita (cioè cristiano calcedoniano, quindi non copto), e l'incompetenza dei generali dell'esercito bizantino. Ciro aveva perseguitato i locali cristiani copti. Era stato uno degli artefici del monotelismo, un'eresia del VII secolo, e alcuni hanno supposto che si fosse segretamente convertito all'Islam.

Un tentativo per riconquistare Alessandria fu fatto dai Bizantini nel 645 ma la città venne ripresa da ʿAmr nel 646. Nel 654 l'Imperatore Costante II mandò la flotta bizantina a invadere l'Egitto ma questo attacco fu respinto dagli Arabi. Da allora i Bizantini non fecero nessun altro tentativo serio per riconquistare l'Egitto.

In cambio di un tributo in denaro e di cibo per le truppe occupanti, gli abitanti cristiani dell'Egitto non vennero costretti alla conversione all'Islam ed in quella regione non furono costretti a prestare servizio militare, consentito ai soli musulmani. [1] Gli Arabi continuarono a regnare sul paese fino alla caduta del califfato abbaside. Dopo ci fu una serie di dominazioni turche e curde fino al 1517; quando l'Egitto venne conquistato dagli Ottomani musulmani del Sultano ottomano Selim I.

  1. ^ CATHOLIC ENCYCLOPEDIA: Cyrus of Alexandria, su newadvent.org. URL consultato il 4 settembre 2008 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2008).

Conquista islamica dell'Egitto

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