Criolite | |
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Nome IUPAC | |
esafluoroalluminato di sodio | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | Na3AlF6 |
Massa molecolare (u) | 209,94 g/mol |
Aspetto | solido vitreo icolore-bianco |
Numero CAS | |
Numero EINECS | 237-410-6 |
PubChem | 16693908 |
SMILES | F[Al-3](F)(F)(F)(F)F.[Na+].[Na+].[Na+] |
Proprietà chimico-fisiche | |
Densità (g/cm3, in c.s.) | 2,95 (29 °C) |
Solubilità in acqua | 0,3 g/L (20 °C) |
Temperatura di fusione | 1.000 °C (1.273 K) |
Indicazioni di sicurezza | |
Simboli di rischio chimico | |
pericolo | |
Frasi H | 332 - 372 - 411 |
Consigli P | 260 - 270 - 271 - 273 - 304+340 [1] |
La criolite è il nome di un minerale di alluminio[2] costituito dal sale di sodio dell'anione complesso esafluoroalluminato [AlF6]3−, avente formula minima Na3AlF6.[3]
A temperatura ambiente si presenta come un solido incolore o bianco, inodore, che ricorda il ghiaccio, da cui il nome. È un composto tossico, pericoloso per l'ambiente.
È utilizzata come flussante per ossidi metallici, segnatamente per l'allumina e per la bauxite, principale minerale per la produzione industriale dell'alluminio.[4]
Si può preparare facendo reagire l'alluminato di sodio e soda caustica con l'acido fluoridrico:[5]
NaAl(OH)4 + 2 NaOH + 6 HF → Na3AlF6 + 6 H2O
Venne utilizzata in gran quantità dalla metà dell'Ottocento fino al 1900 circa, e in particolare da Julius Thomsen, chimico danese, per la sintesi della soda caustica.
Viene anche abbreviata con la sigla Crl.[6]