La cristianizzazione della Scandinavia, così come quella di altri paesi nordici e baltici, avvenne tra l'VIII e il XII secolo. I regni di Danimarca, Norvegia e Svezia fondarono le proprie arcidiocesi, direttamente sottoposte all'autorità del papa di Roma, rispettivamente nel 1104, 1154 e 1164. La conversione al cristianesimo del popolo scandinavo richiese più tempo, poiché ci vollero ulteriori sforzi per stabilire una rete di chiese in loco. I Sami rimasero invece pagani fino al XVIII secolo.[1] Ricerche archeologiche più recenti testimoniano la presenza di comunità cristiane a Gotland già durante il IX secolo, probabilmente perché giunto da sud-ovest e poi spostatosi verso nord.[2]
La Danimarca fu il primo dei paesi scandinavi a essere cristianizzato (975) per volontà di Aroldo I di Danimarca, il quale celebrò poi l'evento facendo erigere la più grande delle sue Pietre runiche di Jelling.[3] La più antica chiesa scandinava ancora esistente costruita in pietra è quella della Santa Croce di Dalby, eretta nel 1040 circa e situata in Scania, allora parte della Danimarca.[4]
Sebbene gli scandinavi divennero nominalmente cristiani, ci volle molto più tempo perché le vere credenze cristiane penetrassero nella regione,[5][6] mentre, altrove in Europa, il popolo assorbiva le usanze cristiane prima dei suoi governanti. Le antiche e apprezzate tradizioni indigene apparivano sfidate in quel frangente da idee sconosciute, come il peccato originale, l'Incarnazione e la Trinità. Gli scavi archeologici nei siti di sepoltura sull'isola di Lovön, vicino a Stoccolma, hanno dimostrato che l'effettiva cristianizzazione del popolo, sia pur in una zona centrale della Svezia, fu molto lenta e richiese almeno altri 150-200 anni.[7] Le iscrizioni runiche del XIII secolo della città mercantile di Bergen (Norvegia) dimostrano una scarsa influenza cristiana, tanto che in una di esse si invoca addirittura l'ausilio di una valchiria.[8]
Durante l'Alto Medioevo il Papato non si era ancora manifestato come autorità cattolica romana centrale, ragion per cui potevano svilupparsi varianti regionali del cristianesimo.[9] Poiché l'immagine di un "Cristo vittorioso" appare frequentemente nella prima arte germanica, gli studiosi hanno suggerito che i missionari cristiani presentassero Cristo "come figura di forza e fortuna" e che forse l'Apocalisse di Giovanni, la quale presenta Cristo come vincitore su Satana, giocò un ruolo centrale nella diffusione del cristianesimo tra i vichinghi.[10]
Studi recenti rivelano che i territori scandinavi come la Danimarca e la Svezia risultano tra le nazioni meno religiose al mondo; «molti danesi e svedesi, per esempio, professeranno di credere in 'qualcosa', sebbene non necessariamente nel Dio della Bibbia». Phil Zuckerman scrive in un articolo del 2009 al Nordic Journal of Religion and Society: «Sicuramente gli sviluppi storici della cultura e della religione in Danimarca e Svezia sono fattori determinanti per spiegare l'attuale stato di irreligiosità».[11]