I racconti legati ai culti aborigeni australiani, noti anche come storie del dreamtime (Tempo del sogno), Songlines (Versi dei canti o anche Vie dei canti) o letteratura orale aborigena, sono storie tradizionalmente raccontate dai popoli aborigeni all'interno di ciascuno dei gruppi linguistici dell'Australia.[1]
Tutti questi miti raccontano, in maniera diversa, verità significative all'interno del paesaggio culturale locale di ciascun gruppo aborigeno, coprendo effettivamente l'intera topografia del continente australiano con sfumature culturali e significati più profondi, e mettendo a disposizione di un pubblico selezionato la saggezza e la conoscenza accumulate dagli antenati degli aborigeni australiani da tempo immemorabile.[2]
David Horton osserva:[3]
«Una mappa mitologica dell'Australia conterrebbe migliaia di personaggi di varia importanza, ma tutti in qualche modo legati alla terra. Alcuni sono nati in luoghi specifici e sono rimasti spiritualmente legati ad essi. Altri, invece, sono nati in un luogo ma si sono poi spostati altrove.»
«Molti assumevano diverse forme: erano trasformati in esseri umani, o in animali, o in altri elementi naturali come le rocce, ma tutti lasciavano qualcosa della loro essenza spirituale nei luoghi descritti nelle loro storie.»
I miti aborigeni sono stati definiti come "al tempo stesso frammenti di un catechismo, un manuale liturgico, una storia della civiltà, un testo di geografia, e in misura molto minore, un manuale di cosmografia".[4]