Cyclura pinguis

Cyclura pinguis
Esemplare fotografato allo zoo di Houston
Stato di conservazione
Critico[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseReptilia
SottoclasseLepidosauria
OrdineSquamata
SottordineSauria
InfraordineIguania
SuperfamigliaIguania
FamigliaIguanidae
GenereCyclura
SpecieC. pinguis
Nomenclatura binomiale
Cyclura pinguis
Barbour, 1919

Cyclura pinguis Barbour, 1917, nota con il nome comune di iguana di Anegada, è una specie di sauro della famiglia degli Iguanidi[2]. È endemica di Anegada, una delle isole Vergini britanniche, ma in passato era presente su tutte le isole del banco di Porto Rico. L'introduzione su Anegada da parte dell'uomo, a partire dalla fine degli anni sessanta, di bestiame lasciato pascolare liberamente attraverso l'isola ha spinto questa specie sull'orlo dell'estinzione. Quest'iguana dal corpo massiccio è ora costretta ad un'alimentazione essenzialmente erbivora sui terreni impoveriti dal sovrapascolo. Quest'alimentazione poco nutritiva ha un notevole impatto sulla sua riproduzione, in quanto le femmine non sempre riescono a sopravvivere al grande dispendio di energia necessario per deporre la covata, che è costituita da 12 a 16 uova deposte a fine primavera o a inizio estate. Questo spiega il rapporto tra i sessi di una femmina ogni due maschi. In seguito all'impatto degli animali introdotti sull'isola e alla perdita dell'habitat correlata alle attività umane, la popolazione di quest'iguana si aggira attualmente sulle 200 unità, e la specie è considerata «in pericolo critico» dalla IUCN. Per salvaguardare questa specie sono state prese varie misure di conservazione, che hanno comportato soprattutto il trasferimento di esemplari su altre isole più sicure, come Guana, ma anche l'allevamento in cattività dei piccoli prima che vengano rilasciati nel loro ambiente naturale quando hanno dimensioni maggiori e sono meno soggetti a predazione.

  1. ^ (EN) Mitchell, N. 1996, Cyclura pinguis, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ Cyclura pinguis, su The Reptile Database. URL consultato il 2 luglio 2016.

Cyclura pinguis

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