L'effetto Flynn consiste nell'aumento nel valore del quoziente intellettivo medio della popolazione nel corso degli anni, un fenomeno osservato da James R. Flynn. L'effetto è stato da lui rilevato in svariati paesi: per questo, è stato da lui ritenuto come indipendente dalla cultura di appartenenza. La scoperta di questo fenomeno avvenne negli anni ottanta del Novecento[2], a seguito della valutazione delle serie storiche di paesi (più di una ventina) per i quali si disponeva di dati affidabili: Flynn osservò come, nel corso degli anni, il valore del quoziente intellettivo fosse aumentato in modo progressivo, con una crescita media di circa 3 punti per ogni decennio. La popolazione statunitense, ad esempio, ha guadagnato più di 13 punti dal 1938 al 1984.
Benché l'intensità di questa variazione sia diversa da paese a paese, i dati rivelavano comunque variazioni positive, nel corso degli anni, nei risultati conseguiti nei test per la misura del QI, di entità variabile da 5 fino a 25 punti. A sostegno del fatto che questo aumento fosse interculturale, Flynn osservò come l'aumento registrato fosse più marcato nei test (o sottotest) che misurano l'intelligenza fluida rispetto all'intelligenza cristallizzata.