Epatite C | |
---|---|
Virus dell'epatite C al microscopio elettronico | |
Specialità | infettivologia |
Eziologia | Hepatitis C virus |
Sede colpita | Fegato |
Classificazione e risorse esterne (EN) | |
OMIM | 609532 |
MeSH | D006526 |
MedlinePlus | 000284 |
eMedicine | 177792 e 964761 |
L'epatite C è una malattia infettiva, causata dall'hepatitis C virus (HCV), che colpisce in primo luogo il fegato (epatite).[1] L'infezione è spesso asintomatica, ma la sua cronicizzazione può condurre alla cicatrizzazione del fegato e, infine, alla cirrosi, che risulta generalmente evidente dopo molti anni. In alcuni casi, la cirrosi epatica potrà portare a sviluppare insufficienza epatica, cancro del fegato, varici esofagee e gastriche.[1]
L'HCV è trasmesso principalmente per contatto diretto con il sangue infetto, spesso dovuto all'uso di droghe per via endovenosa, a presidi medici non sterilizzati e trasfusioni di sangue. Si stima che da 130 a 170 milioni di persone al mondo siano infettate dal virus dell'epatite C. L'esistenza dell'epatite C, in origine definita "epatite non A non B", è stata ipotizzata nel 1970 e confermata nel 1989.[2]
Il virus persiste nel fegato di circa l'85% delle persone infette. Questa infezione persistente può essere trattata con numerosi farmaci, alcuni giunti a disposizione solo dal 2015. Con i farmaci più moderni si può avere la guarigione in oltre il 90% dei pazienti trattati. Chi ha già sviluppato la cirrosi o il cancro del fegato (epatocarcinoma) beneficerà molto meno del trattamento farmacologico e pertanto per questi pazienti in fase avanzata potrebbe essere necessario un trapianto di fegato.[3]. Non esiste ancora un vaccino specifico contro questa infezione.