Epilessia | |
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Complessi punta-onde generalizzate a 3 Hz in un EEG. | |
Specialità | neurologia e epilettologia |
Eziologia | Genetica o acquisita |
Classificazione e risorse esterne (EN) | |
MeSH | D004827 |
MedlinePlus | 000694 |
eMedicine | 1184846 |
L'epilessia (dal greco ἐπιληψία, "essere preso, colto di sorpresa"[1]) è una condizione neurologica caratterizzata da ricorrenti manifestazioni dette "crisi epilettiche".[2][3] Una crisi epilettica è una scarica parossistica, ossia improvvisa, di una popolazione di neuroni che contraggono tra loro sinapsi reciproche[non chiaro][4]. Questi eventi possono avere una durata abbastanza breve, tanto da passare quasi inosservati (solamente in rari casi), oppure possono prolungarsi per lunghi periodi[5]. La presenza di una singola crisi epilettica non è sufficiente per fare diagnosi di epilessia. L'epilessia si definisce, infatti, come una condizione clinica in cui le crisi epilettiche sono ricorrenti o è presente un alto rischio di ricorrenza [4]. In alcuni casi sindromi epilettiche età-dipendente si osservano nei bambini durante stati febbrili. In questi casi l'epilessia generalmente va in remissione con la progressiva maturazione dell'encefalo. Le sindromi epilettiche sono invece una costellazione di sintomi epilettici che sono sempre associati e che mostrano sintomi clinici (es tipo di crisi, eziologia, risposta alla terapia antiepilettica) e pattern EEG tipici, consentendo di distinguerle in diverse sindromi epilettiche.[4]
Nella maggior parte dei casi, l'eziologia non è nota[2], alcuni individui possono sviluppare un'epilessia su base genetica, altri come risultato di alterazioni strutturali o metaboliche. Lesioni cerebrali a seguito di ictus, tumori, traumi cranici, l'uso di droghe e alcol, encefalopatie ipossico-ischemiche possono favorire la comparsa di epilessia. Anche alcune rare mutazioni genetiche sono associate allo sviluppo di epilessia.[6]
In genere la diagnosi viene effettuata attraverso l'EEG e l'analisi dei dati clinici e anamnestici. Nel caso di ipotesi di epilessia secondaria vengono utilizzate tecniche di neuroimaging come la TAC o la RMN per identificare la causa delle crisi epilettiche[6].
Gli attacchi epilettici vengono generalmente controllati tramite farmaci in circa il 70% dei casi.[7] In coloro che non rispondono alla terapia farmacologia si può fare ricorso alla chirurgia, alla neurostimolazione o a cambiamenti nell'alimentazione. Non tutti i casi di epilessia sono permanenti e molte persone possono andare incontro a miglioramenti tali da non rendere più necessari i farmaci. Circa l'1% della popolazione mondiale soffre di epilessia[8] e quasi l'80% dei casi si riscontra nei Paesi in via di sviluppo.[5] Nel 2013, l'epilessia ha causato 116 000 decessi, in aumento rispetto ai 111 000 del 1990.[9] L'epilessia è più frequente nei bambini e negli anziani.[10][11]