Con eurocomunismo si indica il progetto politico-ideologico di un marxismo intermedio al leninismo e al socialismo democratico, cioè un comunismo sviluppato in senso riformista e democratico da alcune organizzazioni comuniste nell'Europa occidentale a partire dagli anni settanta caratterizzata dal rifiuto del modello di socialismo sviluppato in Unione Sovietica nel momento di maggiore attrito con la linea del segretario del PCUS Leonid Brežnev,[1] una maggiore vicinanza alla classe media sociale sorta dal capitalismo e l'accettazione del modello parlamentare multipartitico.
Fu un progetto che dal 1976 coinvolse i tre principali partiti comunisti dell'Europa occidentale: Partito Comunista Italiano (PCI), Partito Comunista Francese (PCF) e Partito Comunista di Spagna (PCE), che includeva il potente Partito Socialista Unificato della Catalogna (PSUC).
L'eurocomunismo è stato sostenuto anche dai partiti comunisti di Paesi Bassi, Gran Bretagna e Austria, ha avuto influenza anche al di fuori dell'Europa come nella politica dei partiti comunisti di Giappone e Australia e di partiti di sinistra di Venezuela e Messico.