Frithjof Schuon (AFI: [ˈʃuː.ɔn]; Basilea, Svizzera, 18 giugno 1907 – Bloomington, Indiana, Stati Uniti, 5 maggio 1998) è stato un metafisico svizzero di ascendenza germanica appartenente alla scuola di pensiero perennialista o tradizionalista. È stato autore di oltre venti opere in francese sulla metafisica, la spiritualità, la religione, l'antropologia e l'arte, che sono state tradotte in italiano e in molte altre lingue. È stato anche pittore e poeta.
Insieme a René Guénon e Ananda Coomaraswamy, Schuon è riconosciuto come uno dei principali rappresentanti della philosophia perennis del XX secolo. Come loro, afferma la realtà di un Principio assoluto – Dio – da cui emana l'universo e sostiene che tutte le rivelazioni divine, nonostante le loro differenze, hanno una dimensione essenziale comune: la Verità una. Condivide anche con loro la certezza che l'essere umano è potenzialmente capace di una conoscenza sovra-razionale e, come loro, intraprende una critica sostenuta della mentalità moderna, scissa, a suo avviso, dalle sue radici tradizionali. Seguendo le orme di Platone, Plotino, Adi Shankara, Maestro Eckhart, Ibn Arabi e altri metafisici, Schuon afferma l'unità metafisica tra il Principio e la sua manifestazione.
Iniziato dallo Sheikh Ahmed al-Alawī all'ordine sufi Shādhilī, è il fondatore della Tarīqa Maryamiyya. Nei suoi insegnamenti pone l'accento sull'universalità della dottrina metafisica insieme con la necessità di praticare una religione e una sola, insistendo sull’ importanza delle virtù e della bellezza.
Schuon intrattiene stretti rapporti con un gran numero di personalità di diversa prospettiva religiosa e spirituale. Mostra un particolare interesse per gli indiani delle pianure e le loro tradizioni e mantiene stretti rapporti di amicizia con i loro rappresentanti; fu adottato da una tribù Sioux e da una tribù Crow. Dopo aver vissuto in Francia e in Svizzera, si stabilisce negli Stati Uniti all'età di 73 anni.