Fronte Islamico | |
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Emblema del Fronte Islamico | |
Descrizione generale | |
Attivo | 22 novembre 2013-2015 |
Nazione | Siria (tutto il territorio) |
Tipo | Milizia jihadista |
Dimensione | 60.000 |
Battaglie/guerre | Guerra civile siriana |
Comandanti | |
Comandante in capo | Aḥmad Abū ʿĪsā[1] (Suqur al-Sham) |
Comandante in seconda | Abū ʿAmr Zaydān Ḥajji al-Hreitan (Liwāʾ al-Tawḥīd) |
Capo dell'ufficio politico | Hassan ʿAbbūd (Aḥrār al-Shām) |
Responsabile delle operazioni militari | Zahrān ʿAllūsh (Jaysh al-Islām) |
Segretario generale | Abū Ratib (Liwāʾ al-Ḥaqq) |
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Il Fronte Islamico (in arabo الجبهة الإسلامية?, al-Jabha al-Islāmiyya) è stata una coalizione di 7 gruppi armati ribelli operanti nella guerra civile siriana in opposizione alle forze armate siriane. I suoi tre componenti più grandi erano Ahrar al-Sham, la Brigata al-Tawhid e Jaysh al-Islam.
L'unione delle forze permetteva al Fronte Islamico di essere, secondo alcune fonti, la milizia di opposizione più numerosa in Siria, con 60.000 uomini[3]. Tutti i gruppi costitutivi hanno un'ideologia salafita[3] e jihadista[4] e non riconoscono la Coalizione Nazionale Siriana come interlocutore politico[5].
Obiettivo del Fronte Islamico era l'instaurazione di un emirato islamico in Siria[6]. È stata pesantemente finanziato dall'Arabia Saudita, che controlla in parte anche le decisioni strategiche sul campo[7].
All'inizio del 2015, il Fronte islamico è stato descritto come virtualmente defunto, con i gruppi membri più grandi Ahrar al-Sham e Jaysh al-Islam che rimanevano entità separate e le fazioni più piccole del Fronte Islamico (Liwa al-Haqq, Suqour al-Sham e Fronte islamico curdo) assorbite in Ahrar al-Sham.