Lazarillo de Tormes

(ES)

«—¿Pensaréis que este mi mozo es algún inocente? Pues oíd si el demonio ensayara otra tal hazaña.»

(IT)

«—Pensereste che questo mio ragazzo sia qualcuno di innocente? Allora state a sentire se il demonio riuscirebbe a mettersi alla prova con simili imprese.»

Lazarillo de Tormes
Titolo originaleLa vida de Lazarillo de Tormes y de sus fortunas y adversidades
Autoreanonimo
1ª ed. originale1554
Genereromanzo
Sottogenerepicaresco
Lingua originalespagnolo
Ambientazioneregno di Carlo V
ProtagonistiLazarillo
Lazarillo y el Ciego (XIV secolo).[1]

La vida de Lazarillo de Tormes y de sus fortunas y adversidades, più conosciuto come Lazarillo de Tormes (in italiano spesso scritto come Lazzarino da Tormes o Lazzarino di Tormes), è un romanzo spagnolo di autore anonimo, la cui edizioni più antiche conosciute sono datate al 1554.[2] Scritto in prima persona sotto forma di un'unica lunga lettera, in esso è narrata la vita di un ragazzo, Lazzaro di Tormes, nel contesto del XVI secolo, a partire dalla sua nascita e dalla sua infanzia infausta fino al suo matrimonio, già in età adulta.

Il Lazarillo de Tormes è considerato precursore della novella picaresca,[2] per via di alcune sue caratteristiche come il realismo, il racconto in prima persona, la struttura itinerante, il mettersi al servizio di diversi padroni, l'ideologia moralizzante e il pessimismo.

Ritratto ironico e spietato della società del suo tempo, della quale sono descritti i vizi e le ipocrisie (specie del clero e dei suoi seguaci), vi sono diverse ipotesi sul suo autore. Si tratta probabilmente di un simpatizzante delle idee dell'erasmismo, che attinge alla tradizione popolare e realistica dei fabliaux medievali: questo indusse l'Inquisizione a vietarne la pubblicazione nel 1559, per poi riconsentirla molto tempo dopo; difatti, l'opera non venne ripubblicata integralmente fino al XIX secolo.

Nel 1620 lo scrittore spagnolo Juan de Luna pubblicò la seconda parte di Lazarillo de Tormes.[3][4]

  1. ^ Illustrazione di uno scherzo folcloristico in cui un ladro ruba il vino con una lunga cannuccia dalla brocca del cieco che serve. In un manoscritto delle Decretali di Smithfield (Smithfield Decretals, f. 217v.): Cfr. Francisco Rico (a cura di), Lazarillo de Tormes, 13ª ed., Madrid, Cátedra, 1998 [1987], p. frontespizio e p. 88* e n. 22 e 23 della sua "Introduzione", ISBN 84-376-0660-8.
  2. ^ a b (ES) Evelyn Picon Garfield e Iván A. Schulman, Las literaturas hispánicas: España, Wayne State University Press, 1991, ISBN 0814318649.
  3. ^ Le muse, VII, Novara, De Agostini, 1966, p. 100, SBN RAV0082218.
  4. ^ Juan de Luna, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 17 dicembre 2018.

Lazarillo de Tormes

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