«Io rifiuto un potere conferitomi sotto la speciosa forma di "diritti dell'uomo". Il mio potere è la mia proprietà, il mio potere mi dà la proprietà. Io stesso sono il mio potere [...] e per esso sono la mia proprietà.[1]»
Max Stirner, pseudonimo di Johann Caspar Schmidt[2][3][4] (Bayreuth, 25 ottobre 1806 – Berlino, 26 giugno 1856), è stato un filosofo tedesco, importante pensatore post-hegeliano, che sviluppò particolarmente le concezioni di alienazione sociale e autocoscienza.[5] Stirner è considerato come un importante intellettuale delle correnti di individualismo, egoismo etico, nichilismo, esistenzialismo, postmodernismo e fu uno dei precursori della teoria della psicoanalisi.[6][7]
È stato identificato anche come fautore di posizioni radicalmente antistataliste, sebbene non assolute in quanto si limita a negare l'uso rivoluzionario dello Stato[8], fondanti una primordiale concettualizzazione di anarchia, basata sull'assenza di una morale valida per tutti. Stirner ha avuto molti ammiratori (anarchici, futuristi, illegalisti, situazionisti, nicciani, antipolitici, elitisti e perfino reazionari-controrivoluzionari e fascisti) da una parte, e molti detrattori o critici dall'altra, come i comunisti, che lo accusarono d'opportunismo[9], molti liberali e gli anarco-capitalisti, che invece gli contestarono certe conclusioni logico-concettuali della sua definizione d'individuo, per il quale potrebbe dunque fornire un viatico morale a «dittatori», «conquistatori», «guerrafondai», «delinquenti» e «parassiti pseudo-rivoluzionari»[10] ed infine i religiosi, che lo tacciarono di filo-libertinismo per il suo ateismo immoralista.[11] Isolato e solitario, fu anche definito, da Fritz Mauthner, un semplice «ribelle interiore» apolitico, interpretando istanze morali individuali non politiche.[12]
Giovane esponente della sinistra hegeliana, poi distaccatosene a causa del loro imperante idealismo, Stirner viene generalmente ritenuto un precursore dell'esistenzialismo ateo, del nichilismo e dell'anarco-individualismo, sebbene il suo anarchismo, in senso stretto, non sia propriamente da intendersi come una qualche ideologia a sbocco movimentista, in quanto le sue idee furono fondamentalmente di natura etico-morale ed a carattere rigorosamente individuale.[13] In vita fu descritto come una persona schiva e modesta, e nei suoi scritti agì e parlò unicamente per sé, non indicando mai - direttamente od indirettamente - ad alcuno di compiere alcuna azione politica organizzata e non adoperò il termine anarchico per definirsi o per designare il suo pensiero (ad avvicinare Stirner all'anarchismo fu polemicamente Friedrich Engels che lo definì come un precursore di Bakunin). Più che chiedere o impegnarsi attivamente per l'abolizione dello Stato,[14] egli semplicemente ne rifiuta filosoficamente la pretesa legittimità.[15]
Stirner nega esplicitamente di sostenere una posizione filosofica assoluta, aderendo dunque al relativismo, aggiungendo inoltre che dovendosi necessariamente assegnare a un qualche «-ismo» preferirebbe che sia «l'egoismo», parola che dal punto di vista filosofico non porta il significato negativo di colui che fa solo il suo interesse danneggiando gli altri. L'Unico di Stirner infatti agisce per sé, senza proporre ipotesi di governi o più in generale una qualche azione politica. Ciononostante, il suo pensiero esercitò una certa influenza sul movimento anarchico organizzato a partire dal secolo successivo, in particolar modo su quella corrente denominata poi anarco-individualismo, ma anche sulle correnti dell'anarco-comunismo e dell'anarco-sindacalismo. Viene qualche volta associato all'egoismo psicologico (ossia l'idea secondo cui ogni individuo faccia qualsiasi azione, anche altruistica, per un mero fine egoistico), ma questa ipotesi fu rigettata dallo stesso Stirner.[3]
Principalmente nel suo opus magnum, intitolato L'Unico e la sua proprietà, Stirner sostiene come le religioni e le ideologie siano sostanzialmente fondate su superstizioni, denunciando dunque come tali il comunismo, il liberalismo, il nazionalismo, il socialismo, lo statalismo e l'umanesimo, anche se in realtà non vi si esprime in totale contrasto.[16] Egli mantiene comunque una minima parte di etica e altruismo, se l'egoista ritiene giusto associarsi con altri.[17] Lo Stato, come ogni organismo autoritario, è invece il nemico naturale dell'individuo. Tuttavia nell'ideologia stirneriana egli può servirsene, aggirandone le regole fino a che ne ha bisogno, cosa che separa Stirner dalle concezioni liberali, proprio come il suo anticapitalismo di fondo, alternativo a ogni concezione socioeconomica borghese.[18]
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: non è stato indicato alcun testo per il marcatore schumann
«Io non sono affatto contro il socialismo, ma contro il socialismo consacrato; il mio egoismo non si oppone all'amore [...] né è nemico del sacrificio, né dell'abnegazione [...] e meno che mai del socialismo [...] - insomma, non è nemico dei veri interessi; esso si ribella non contro l'amore, ma contro l'amore sacro, non contro il pensiero, ma contro il pensiero sacro, non contro i socialisti, ma contro il socialismo sacro.»