Naturphilosophie

La Naturphilosophie (in tedesco «filosofia della natura») è stata un complesso di correnti scientifico-filosofiche in voga nel XIX secolo legate al Romanticismo e all'idealismo tedesco, che impressero un nuovo corso alla più generale tradizione della filosofia naturale.[2]

Dipinto naturalistico di Carl Gustav Carus, artista e scienziato, di un paesaggio fluviale nel parco Rosental vicino Lipsia.

Designata anche come Romantische Naturphilosophie («filosofia romantica della natura»),[3] consisteva in un approccio allo studio della natura caratterizzato da una visione organica, vitalista e olistica, tipico dei movimenti letterari, filosofici e scientifici diffusi in Germania tra il 1790 e il 1830 circa,[4] che cercava di superare il meccanicismo e il riduzionismo della scienza allora predominante, dalla quale fu etichettata in termini spregiativi.[5]

Non trattandosi di una dottrina compiuta basata su opere canoniche, esistono diverse concezioni di Naturphilosophie,[6] ispirate principalmente alla Critica del giudizio di Kant, e all'idealismo di Fichte, ma essa è stata sistematizzata principalmente da Friedrich Schelling.[7]

Da un lato i Naturphilosophen («natur-filosofi») esaltavano l'intuizione e la ricerca di un significato simbolico dei fenomeni, da loro posti in relazione con principi ideali, proponendosi di trovare una sintesi tra opposte polarità, come essere umano e mondo, sapere empirico e metafisico, soggettività e oggettività, spirito e materia; dall'altro essi approdarono a formulazioni teoriche che hanno consentito ulteriori sviluppi nell'ambito delle scienze naturali, come l'omologia, il progresso evolutivo, lo studio di fenomeni fisici e biologici quali il magnetismo, l'elettricità, la cellula vivente.

«La Naturphilosophie, se definita come una profonda fede in una unità di base della natura, permea l'evoluzione della scienza all'inizio del diciannovesimo secolo.»

I suoi principali esponenti includono, oltre a Schelling, anche Herder, Oken, Hegel, Ritter, Carus,[3] e persino poeti come Goethe, Schlegel e Novalis.[9][10]

  1. ^ Michel Blay, Dictionnaire des concepts philosophiques alla voce «Naturphilosophie», pag. 553, Larousse, 2013.
  2. ^ La traduzione letterale dell'espressione «filosofia della natura» può essere fuorviante, perché una filosofia naturale esisteva già molto prima che apparisse questo movimento tipico del Romanticismo tedesco. È quindi preferibile mantenere il nome Naturphilosophie non tradotto.[1]
  3. ^ a b (EN) Timothy Lenoir, Generational Factors in the Origin of "Romantische Naturphilosophie", in Journal of the History of Biology, 9 (1), 1978, pp. 57–100, JSTOR 4330692.
  4. ^ (EN) Michael Heidelberger, Naturphilosophie, in Routledge Encyclopedia of Philosophy, DOI:10.4324/9780415249126-DC092-1.
  5. ^ Il chimico Wilhelm Ostwald nel 1894 la definì una «peste spirituale» per le sue commistioni scientifiche col contesto culturale romantico, «al cui seguito la scienza della natura tedesca ha patito per ancora mezzo secolo» (da una conferenza su Johann Wilhelm Ritter, in Abhandlungen und Vorträge allgemeinen Inhaltes, 1887-1903, Lipsia, Von Veit, 1904, p. 359).
  6. ^ (EN) Andrea Gambarotto, Naturphilosophie and the reform of Natural History, in The British Journal for the History of Science, n. 2, 2017, pp. 329–340, DOI:10.1017/S0007087417000310, ISSN 0007-0874 (WC · ACNP).
  7. ^ (EN) Alison Stone, Philosophy of Nature, in Michael N. Forster, Kristin Gjesdal (a cura di), The Oxford Handbook of German Philosophy in the Nineteenth Century, Oxford University Press, 2015, p. 319.
  8. ^ Cit. in Renato Musto, Fisica Romantica (PDF), in "Intersezioni", IX, n. 1, Napoli, Dipartimento di Scienze Fisiche, 1989, p. 2.
  9. ^ (EN) Michela Massimi, Philosophy and the Chemical Revolution after Kant, in Karl Ameriks (a cura di), The Cambridge Companion to German Idealism, Cambridge University Press, 2017, p. 182.
  10. ^ (EN) Frederick Beiser, The Enlightenment and Idealism, in Karl Ameriks (a cura di), The Cambridge Companion to German Idealism, Cambridge University Press, 2017, pp. 37-38.

Naturphilosophie

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