Un passaporto biometrico è un passaporto dotato di un microprocessore che contiene informazioni biometriche utilizzabili per accertare l'identità del possessore. Il passaporto biometrico utilizza la tecnologia RFID, con un microchip e un'antenna posti sulla copertina anteriore, posteriore, o nella pagina centrale del passaporto. Le informazioni critiche sono sia stampate sulla pagina dei dati che salvate elettronicamente. Per autenticare i dati salvati nel chip, viene utilizzata l'infrastruttura a chiave pubblica (PKI) che rende più difficile la falsificazione. Nel dicembre 2008 i Paesi che avevano implementato i passaporti biometrici erano più di 60,[1] nel giugno 2017 erano aumentati a 120.[2]
Gli standard biometrici attualmente utilizzati sono il riconoscimento facciale, delle impronte digitali e dell'iride o della retina. Le caratteristiche del documento e del chip sono indicate nel Documento 9303 dell'ICAO,[3] che definisce i formati dei file biometrici e i protocolli di comunicazione da usare nei passaporti. Solo l'immagine digitale (di solito in formato JPEG o JPEG 2000 ) di ciascun carattere biometrico è effettivamente salvata nel chip e il confronto dei dati avviene al di fuori del microprocessore dai sistemi di controllo elettronico di frontiera. Per contenere i dati nel chip contactless, viene utilizzata una memoria EEPROM di 32 KB ed esegue su un'interfaccia con lo standard internazionale ISO/IEC 14443[Non chiaro]
Alcune carte d'identità (per esempio quelle emesse in Italia, Paesi Bassi, Albania e Brasile) sono conformi allo standard ICAO 9303 e possono essere considerate documenti di viaggio biometrici.