Lorenzo Tramaglino | |
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Renzo in un'illustrazione dell'edizione del 1840 de I Promessi Sposi | |
Autore | Alessandro Manzoni |
1ª app. in | Fermo e Lucia |
Ultima app. in | I promessi sposi |
Caratteristiche immaginarie | |
Soprannome | Renzo |
Sesso | Maschio |
Luogo di nascita | un paese non identificato nei dintorni di Lecco |
Data di nascita | 1608 circa |
Professione | filatore di seta |
Lorenzo Tramaglino, detto da tutti Renzo, è un personaggio immaginario protagonista de I promessi sposi, romanzo di Alessandro Manzoni.
Nato da una famiglia contadina vicino a Lecco, circa nel 1608, fin dall'adolescenza è rimasto orfano. Dalla nascita vive nel suo paese, facente parte del Ducato di Milano, allora sotto la dominazione spagnola degli Asburgo del XVII secolo. Giovane di vent'anni - «lieta furia» ce lo descrive l'autore per il suo temperamento spensierato - Renzo esercita la professione del filatore di seta. Fidanzato di Lucia Mondella, una contadina compaesana, Tramaglino si trova costretto ad affrontare ogni sorta di peripezie per congiungersi in matrimonio con la sua amata, ostacolato da un signorotto locale. Nel II capitolo de I Promessi Sposi, Manzoni tratteggia con le seguenti parole la figura di Renzo, il villico protagonista maschile della vicenda:
«Lorenzo o, come dicevan tutti, Renzo non si fece molto aspettare. Appena gli parve ora di poter, senza indiscrezione, presentarsi al curato, v'andò, con la lieta furia d'un uomo di vent'anni, che deve in quel giorno sposare quella che ama. Era, fin dall'adolescenza, rimasto privo de' parenti, ed esercitava la professione di filatore di seta, ereditaria, per dir così, nella sua famiglia; professione, negli anni indietro, assai lucrosa; allora già in decadenza, ma non però a segno che un abile operaio non potesse cavarne di che vivere onestamente. Il lavoro andava di giorno in giorno scemando; ma l'emigrazione continua de' lavoranti, attirati negli stati vicini da promesse, da privilegi e da grosse paghe, faceva sì che non ne mancasse ancora a quelli che rimanevano in paese. Oltre di questo, possedeva Renzo un poderetto che faceva lavorare e lavorava egli stesso, quando il filatoio stava fermo; di modo che, per la sua condizione, poteva dirsi agiato. E quantunque quell'annata fosse ancor più scarsa delle antecedenti, e già si cominciasse a provare una vera carestia, pure il nostro giovine, che, da quando aveva messi gli occhi addosso a Lucia, era divenuto massaio, si trovava provvisto bastantemente, e non aveva a contrastar con la fame.»