La Riforma monetaria di Augusto venne attuata tra il 23 ed il 20 a.C. (forse, secondo recenti studi nel 18 a.C.) allo scopo di risolvere il disordine che si era creato nella produzione monetaria di Roma. Le emissioni monetali furono assai numerose, grazie al bottino che il Princeps aveva riportato dalla nuova provincia d'Egitto ed alle miniere spagnole,[1] tanto da provocare un eccesso di moneta, il conseguente taglio dei tassi di interesse e l'aumento del valore delle proprietà terriere.[2]